SOME MINUTES WITH ALESSIO FALSONE
L'enciclopedia dei Limiti è il progetto acustico di Alessio Falsone pubblicato da Seahorse Recordings.
Ho avuto il piacere di intervistare Alessio.
Dagli esordi con gli Injustice a L'Enciclopedia dei Limiti: parlaci del tuo percorso musicale e dei motivi che ti hanno spinto ad avvicinarti al cantautorato.
Ciao Luca, prima di rispondere alle tue domande voglio ringraziarti per questa intervista, da musicista sai bene quanto risulti sempre più raro avere la possibilità di parlare dei propri progetti. Mi chiedi dei motivi che mi hanno portato ad avvicinarmi al cantautorato… in realtà devo dirti che ho iniziato a suonare inediti fin da piccolino, prima con la tastiera che usavo alle medie, poi con la chitarra quando mio padre mi regalò per il mio ottavo compleanno quella Josè Caldera con la quale ho deciso di registrare “Anni luce”. Per questo direi che il mio è stato un po’ un ritorno alle origini, con in mezzo tante esperienze che mi hanno portato ad essere la persona che sono. Gli Injustice sono stati la mia prima finestra sul mondo dei concerti e delle registrazioni in studio, una band punk hardcore sullo stile Youth of Today all’interno della quale suonavo il basso e con la quale ho registrato un EP autoprodotto. Il passo successivo mi ha portato a vivere l’esperienza con i Keep the Faith, band emocore che mi ha permesso di vivere il palco in modo meno “provinciale” per via dei dischi ben riusciti ("See your tears", Vacation House Records/SoulCraft Recordings - "Not a wall but a bridge", Panc Records) e dei tour organizzati, ma soprattutto per i feedback ricevuti da pubblico, stampa e radio. Le vite però, come spesso accade, prendono direzioni diverse e così i Keep the Faith si sciolgono. Qualche tempo dopo insieme a Maurizio, amico di sempre e con il quale avevo vissuto le esperienze Injustice e Keep the Faith (primo disco), ho formato i LLAB, band sulla scia dei primi Copeland usciti per The Militia Group. Qui comincia un vero e proprio riavvicinamento al cantautorato, sbocciato del tutto quando decisi di uscire dal progetto LLAB.
Gli anni luce sono un'unità di misura lontanissima rispetto a come gli esseri umani percepiscono il tempo e lo spazio: esiste una connessione tra i limiti citati nel nome di questo progetto e il titolo dell'album?
Domanda stupenda, grazie! Per rispondere partirei dal presupposto che “limite” e “anno luce” sono essenzialmente due concetti e in quanto tali hanno bisogno di una mente che li assimili e che li viva come concreti, però mentre il “limite” è qualcosa che ognuno di noi può stabilire in base alla propria prospettiva, gli “anni luce” risultano universalmente riconosciuti come qualcosa di estremamente grande in grado di posizionare qualcosa in un punto immensamente distante sia nel tempo che nello spazio. Ho ritenuto opportuno dare questo titolo al disco perché attraverso i pezzi che lo compongono racconto vissuti che credo universali e non legati a sensazioni specifiche, quindi non inclini ad essere necessariamente inquadrate in una cornice spaziotemporale esatta, emozioni che ricordiamo a prescindere dal dove e dal quando. Ho sempre pensato alla musica come a un elemento fondamentale, che possiede l’incredibile capacità di comprimere e dilatare il tempo… ad esempio qualcosa vissuta in una manciata di secondi può dilatarsi ed essere raccontata in un brano di 3 minuti… la musica è un po’ una macchina del tempo… lei al contrario di noi non conosce limiti.
Parlaci della tua chitarra.
Graffiata, ammaccata, macchiata, riparata… in una parola sola PERFETTA! In lei sono vivi i segni del tempo, ha quasi la mia età ed è solo e unicamente grazie a lei se ho inciso questo mio primo lavoro solista. Purtroppo o per fortuna sento di appartenere alla categoria dei super riflessivi… dimmi tu con una chitarra in mano fin dagli 8 anni che cosa doveva succedere… Il suo suono sporco è esattamente quello di cui avevo bisogno, volevo che fosse lei ad accompagnare dalle retrovie quello che avevo da dire e così è stato, lei è presente e si fa sentire con garbo senza alzare mai la “voce”. La amo!
4) Se esistesse davvero un'enciclopedia dei limiti quale tra quelli elencati vorresti superare?
Sarà retorica come risposta, ma sento di dover rispondere nessuno. Dico questo perché i limiti ai quali ho pensato quando ho scelto il nome del progetto, sono in realtà tutto ciò che ci differenzia. Se pensiamo, ad esempio, a ciò che viene ritenuto essere bello, occorre far riferimento a qualcosa di universalmente riconosciuto come modello e che quindi spinge verso un uniformare, un convergere. Di conseguenza stabilire per esempio se qualcosa è bello significa guardare quell’oggetto, accostarlo a un modello introiettato in precedenza ed emettere la sentenza. Le differenze divergono dal modello e derivano dai limiti delle cose. Il limite quindi è essenziale per creare differenza e la diversità è positiva perché porta ad un arricchimento lontano dal concetto di costanza. I limiti sono essenziali, utili e “drammaticamente” attraenti… per me!
Il tuo disco è appena uscito ma ti chiedo di parlarci dei tuoi progetti futuri.
Si il mio disco è uscito il 25 ottobre 2019 per la Seahorse Recordings di Paolo Messere e grazie all’accordo siglato con The Orchard Enterprises, è disponibile su tutte le piattaforme musicali online. Tra qualche giorno invece saranno disponibili le copie fisiche distribuite da Audioglobe. Sono molto soddisfatto di come sta procedendo tutto! Con Paolo ci sentiamo ogni giorno e discutiamo a 360° su tutto ciò che riguarda il disco e la sua promozione, ci saranno tante novità… siamo ancora all’inizio. Rispetto al futuro ti confesso di avere già pronti 12 pezzi che non vedo l’ora di registrare per la pubblicazione di un nuovo disco. Ma questa… è un’altra storia! Un saluto a te e a tutti coloro che leggeranno queste righe.
Per approfondire:
lenciclopediadeilimiti.bandcamp.com/releases
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