SOME MINUTES WITH COSTUME

 

 



Il duo electro-pop Costume è formato dal polistrumentista Marco Cozza (MauSS) e da Claudia Placanica, autrice dei testi e vocalist del progetto.

Il taglio combattivo e orgoglioso delle loro produzioni musicali è il riflesso di due personalità decise e allo stesso tempo complementari. Entrambi vantano un background multiartistico di grande rilevanza.
MauSS calca i palchi suonando dal vivo da più di quindici anni facendo da spalla a band come Neon, Der Noir, Die Skeleton. Con più di venti album all'attivo e una lunga esperienza nel mondo della radio e della televisione vanta anche importanti collaborazioni con Steve Strange dei Visage, Angie Bowie, Meg dei 99 Posse, Fred Schneider (B52) e Donna Destri (sorella di Jimmi Destri dei Blondie) e decine di DJ.

Il background di Claudia Placanica è multiartistico-culturale. Negli anni Ottanta il suo look post punk attrae lo staff di “Tendencias” (Barcellona) che la fotografa come testimonial del noto festival artistico che si tiene annualmente nella capitale catalana. Nei primi anni Novanta prende parte ad alcuni film di Fellini, Tornatore e Steno, frequenta la scuola salernitana Polymusic di Marcello Ferrante per affinare il canto, collabora a rubriche cinematografiche e scrive testi critici per cinema. Prende parte ad alcune rappresentazioni teatrali in cui fa un uso espressionista della voce e appare su riviste d’arte. Come vocalist oltre all'attuale esperienza con i Costume ha prestato la propria voce per progetti musicali di artisti italiani quali Nerolux, Eiga, Rodrigo Passannanti e Stefano Bertoli.

LG: Come è nato il progetto Costume?

MAUSS: i Costume nascono nel 2012 in una libreria di Salerno.
Alla voce c'era Tommy Box e io mi occupavo della parti strumentali. Fin da subito abbiamo suonato dal vivo (ventiquattro serate solo nella nostra città). Dopo due album Claudia è entrata nel gruppo e abbiamo messo il turbo: in soli tre anni abbiamo registrato nove album.

LG: Nell'ambito della vostra già nutrita discografia (nove lavori in tre anni) Resonant Garden rappresenta un'evoluzione del vostro sound o una nuova esperienza artistica da cui ripartire?

MAUSS: Di musica ne abbiamo composta davvero tanta ma ci siamo resi conto che le produzioni in digitale non suonano bene come su vinile.Quindi le opzioni della domanda che mi fai valgono entrambi: rappresenta sia una nostra evoluzione che un'evoluzione a livello di sound. Credo che d'ora in poi faremo sempre musica in vinile. Resonant Garden ci ha aperto un mondo.

CLAUDIA: Resonant Garden potrebbe sembrare un approdo, in quanto è dotato di una potenza, di una solidità e di un’ecletticità verso cui stavamo andando, ma l’attitudine portata agli estremi e la spregiudicatezza di questo disco farà parte del percorso Costume. Ci è piaciuto creare un giardino che risuona e che è diventato un disco, ma altri spazi, altri suoni, altre voci, altre parole ci attendono.

LG: Esistono delle ragioni specifiche (anche extramusicali) per cui avete optato per un EP al contrario di un album intero?

MAUSS: Le ragioni risiedono solo ed esclusivamente nella quantità dei brani che può contenere un vinile. Calcola che abbiamo fatto album di sedici brani e adesso ne uscirà un altro di diciotto. Diciotto brani non puoi metterli di certo in un vinile. Poi resonant Garden è uscito in edizione limitata di 20 copie. Quindi alla fine se avessimo potuto fare un vinile di trenta canzoni lo avremmo fatto tranquillamente. Abbiamo fatto un Ep dopo un esclusione di circa quaranta canzoni.Quindi quei quattro brani sono soltanto una scelta migliore di un repertorio enormemente più vasto.

CLAUDIA:In questo caso ci siamo posti un limite. Io e MauSS siamo in continua attività e solo in quest'anno, oltre a Resonant Garden abbiamo già pubblicato in forma digitale il primo volume del doppio Blanditia oltre a un singolo incluso nella compilation "O sarai ribelle o non sarai". La nostra musica ci ha chiesto un supporto meno “liquido” di quelli attualmente in auge e il vinile era lì che ci aspettava con un impegno di qualità e non di quantità: ecco perché il vinile ed ecco perché un EP e non un album.

LG: I vostri punti di riferimento e gli artisti che hanno contribuito a delineare il vostro gusto e sensibilità musicale e gli artisti che oggi seguite.

MAUSS:Tutto nasce dall'arte che amiamo consumare. Dai film ai romanzi, dalle canzoni alla storia antica e contemporanea. Una mia grande passione sono i film di David Lynch e questo lo si può notare nei video dei Costume nei quali Claudia elabora la scenografia mentre io cerco di ispirarmi il più possibile a questo regista. Un altro grande punto di riferimento per me è Antonio de Curtis, in arte Totò, il più grande attore mai esistito sulla faccia della terra. Per me Totò è un personaggio educativo anche dal punto di vista musicale dato che nella sua comicità ci sono dei tempi e delle pause molto importanti. Amare Totò vuol dire amare il ritmo, il groove, capire quando è il momento di stare in silenzio e quando è il momento di aggiungere una nota alla canzone. Nella vita è molto importante aspettare il momento di agire come pure il momento di non agire stando fermi ad ascoltare.

CLAUDIA:Nel nostro universo di riferimento molteplici sono le suggestioni e le fascinazioni. Provengono dal passato ma anche dal presente. Sono musicali ma anche letterarie o cinematografiche. Io e MauSS condividiamo moltissime predilezioni ma poi ciascuno ha anche un suo “giardino privatissimo”. E’ da lì che attingiamo: è una fonte infinita che spazia da Scott Walker ad Aphex Twin, dai Matia Bazar ai Prodigy, da Totò a David Lynch, dai poeti simbolisti a D’Annunzio. Io personalmente ho poi degli amori che non tradisco mai: Caetano Veloso, Julie London, Tracey Thorn, Ornella Vanoni, Diamanda Galas.

LG: MauSS, in Resonant Garden hai utilizzato una strumentazione e alcune tecniche di registrazione piuttosto atipiche per gli standard odierni. Puoi parlarcene?

MAUSS: Ho registrato le basi con un mixer multitraccia che registra su cassetta, nello specifico un Fostex 280. Dopodiché ho trasferito tutto nel mio PC, ho effettuato il mixaggio preliminare e infine il mastering. Ho utilizzato vari strumenti vintage come una drum-machine Eko Rythmbox degli anni 70, una chitarra Duke degli anni 60 (che era un imitazione della Fender Stratocaster italiana). Molte parti le ho incise con il mio organo farfisa Bravo 61 degli anni 80.Le basi con la chitarra elettrica sono state registrate in presa diretta assieme alla drum machine. Insomma è un esperimento strumentale molto patriottico dal momento che tutta la strumentazione utilizzata è stata prodotta in Italia.

LG: Claudia, i tuoi testi si sviluppano in sinergia con le parti strumentali oppure sono idee indipendenti che successivamente adatti al contesto musicale?

CLAUDIA: Io scrivo di continuo e conservo tutto. Quando MauSS ha nuove composizioni è il testo ad accoppiarsi con la base. Certamente procedo a un lavoro di ristrutturazione affinché la sintassi e i suoni del testo si accordino con la musica. Ma molte volte accade che la musica di MauSS mi ispiri dei suoni: talvolta questi suoni divengono delle parole; altre volte restano dei vocalizzi. In questo disco, la canzone “I really left you” è stata composta su misura e sapevo che la prima parola, l’incipit, sarebbe stato “when”.

LG: Essere musicisti ed autori oggi può essere un'esperienza frustrante. Il pubblico generalista ascolta (se ascolta) spesso in modo frettoloso e superficiale. La stampa specializzata ritiene molta produzione musicale superflua e intrappolata all'interno di formule e schemi per lo più sterili e avvizziti. Qual è la vostra opinione in merito? Si può regire in modo costruttivo alle critiche?

MAUSS: Il bello dei Costume è che non appartengono a nessun circuito di discografici che vogliono metterti paletti su quello che componi. Noi creiamo solo e soltanto quello che ci piace. Nei testi Claudia scrive quello che piace a lei e non quello che dovrebbe piacere ad un pubblico di massa. Questo è poco ma sicuro. Tantomeno non ci interessa il pubblico di massa in quanto tale. Il modo più costruttivo di reagire alle critiche è fare le cose come vanno fatte, ovvero per bene, creando un prodotto buono e realizzandoloal massimo delle proprie qualità e possibilità. L'opinione dei discografici non ci interessa minimamente.

CLAUDIA: Con alcune critiche è del tutto inutile interagire. Il mio concetto di arte e di musica è improntato alla libertà e all’urgenza di esprimere il malessere di questo tempo e la riduzione del livello dell’arte e del mercato musicale in cui predominano una visione all’insegna del profitto (questo lo sappiamo da alcune decadi), ma in cui agisce anche una volontà di conformazione verso il basso. La musica, l’arte sublime per eccellenza, è divenuta un campo di addestramento per la mediocrità e l’adeguamento a un mondo da cui è assente la valorialità, l’etica e la bellezza. Io e MauSS siamo liberi di creare e di essere noi stessi senza alcuna zavorra di tipo produttivo: nessuno che ci consigli un effetto, un arrangiamento, un cantato perché più conveniente. A un buon ascoltatore non sfuggirà la libertà e la passione da cui nasce il nostro “giardino risuonante”.

LG: Grazie.


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