SOME MINUTES WITH RITA TEKEYAN

 

 

 

 

Con il suo disco Manifesto AntiWar (Seahorse Rec,2019) Rita Tekeyan affronta il tema della guerra da una prospettiva intimista e sofferta, lasciando che siano piano, voce e un cupo lirismo a dare corpo ai sentimenti di smarrimento, disperazione e rassegnazione che solo chi vive in prima persona una guerra può realmente capire. Nella breve intervista che seguirà scopriremo un’artista che pur rappresentando in musica l’ombra violenta degli uomini è in realtà disperatamente aggrappata alla vita, agli affetti e al bisogno di comunicare.

LG: Nei secoli l’arte ha ripetutamente rappresentato il dolore e la devastazione della guerra eppure esse non sono mai cessate. Perché gli uomini combattono?

RT: Gli uomini combattono per vari motivi: per il potere, la ricchezza, la religione, la concorrenza, l’odio …

LG: il testo di “Yes Kou Aperet” è un adattamento delle opere letterarie di tuo nonno Avedis Tekeyan. Vorresti parlarci di lui?

RT: “Yes Kou Aperet” è una poesia scritta dal mio nonno Avedis Tekeyan, tratta dal suo libro “La Tragedia degli Armeni di Behesni 1914-1918” pubblicato a Beirut nel 1956. Il mio nonno Avedis Tekeyan era di Behesni un paesino nella Turchia attuale, lui aveva 18 anni quando aveva lasciato la sua terra per scappare via verso la Siria poco prima dell’inizio del Genocidio Armeno, sua madre e il fratellino sono sopravissuti al genocidio e sono stati deportati insieme a migliaia di sopravissuti armeni, uccidevano gli uomini giovani, il padre di mio nonno per non farsi catturare dai turchi purtroppo si è tolto la vita bevendo un veleno. Mio nonno era un fotografo e scrittore/poeta, lui aveva raccolto le testimonianze dei sopravissuti e aveva scritto il suo libro, la parte finale di questo libro contiene tante poesie, mio nonno ha scritto anche un altro libro “Vartan e Vartanank” ed è un opera teatrale.

LG: Puoi parlarci della tua formazione musicale? Quali sono i dischi e gli autori che ritieni ti abbiano maggiormente influenzato?

RT: Da quando ho ricordo sono sempre stata circondata dalla musica, musica tradizionale armena e Komitas, musica sacra armena, musica classica araba, musica mediorientale. Mio padre era appassionato degli ABBA e della musica leggera francese (Jacques Brel, Charles Aznavour) , mio zio materno invece era un batterista quindi ci ha fatto conoscere i Beatles, il Rock anni ’70 e ’80. Tra le band e musicisti che mi hanno influenzato c’è una lista lunghissima: Pink Floyd, Black Sabbath, Led Zeppelin, Bauhaus, Dead Can Dance, Metallica, Guns n Roses, Queen, System of a Down, Serj Tankian, David Bowie, Janis Joplin, Demetrio Stratos, Diamanda Galas e tanti altri.
Per quanto riguarda la mia formazione, fin da piccola andavo con mio padre a cantare nel coro armeno, poi nel conservatorio ho studiato il pianoforte, solfeggio e musica lirica.

LG: “Manifesto Anti-War” ha ottenuto ottime recensioni e la recente collaborazione con i No Strange mostra certamente la tua duttilità anche in contesti musicali estranei al Gothic. Quali sono i tuoi progetti futuri?

RT: Sono molto contenta sulle ottime recensioni del mio “Manifesto Anti-War” questo è molto incoraggiante per me, Per quanto riguarda la mia collaborazione con i “No Strange” sono molto felice che una band storica con dei fantastici musicisti e maestri della musica mi hanno coinvolta nel loro album insieme a grandi ospiti, questo mi rende molto felice, abbiamo arrangiato un canto tradizionale armeno del grande musicologo armeno Komitas, il brano è “Kilikia” ed è davvero magico.
Per quanto riguarda i miei progetti futuri, sto lavorando sul mio album, al momento non vorrei dare ulteriori dettagli ma posso dirvi “stay tuned”

LG: Nella prima traccia l’autore del testo è Baudelaire. Puoi descriverci il tuo rapporto con la poesia?

RT: Dai tempi della scuola sono stata molto affascinata di Baudelaire, il francese era come madre lingua per noi, ho studiato per anni la letteratura, filosofia e poesia francese. La poesia per me è come una magia, anche quando vorrei avere momenti creativi di improvvisazione prendo in mano alcune poesie, anche quelle scritte dal mio nonno faccio delle improvvisazioni sopra e spesso nascono delle canzoni nuovi o anche semplicemente delle nuove idee.

LG: Grazie Rita.


Per approfondire: 

soundcloud.com/rita-tekeyan

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