BILBOSA: UN'ISOLA AL LARGO DEL POST-ROCK

 

 

Con Diamond Dust (2020, Seahorse Recordings) i genovesi Bilbosa compiono un coraggioso esordio nel mondo discografico. Interamente strumentale, il disco è caratterizzato da una meticolosa attenzione negli arrangiamenti e da uno stile versatile, localizzato in un'isola al largo del Post-Rock, lambita da una corrente oceanica dal sapore jazz, talvolta scossa da tempeste elettriche. E ora con l'EP Ayla (2021, Seahorse Recordings) la band ci permette di avere un assaggio di alcune sonorità che caratterizzeranno il loro nuovo album.


LG: Bilbosa; qual è l’origine di questo nome e perché ritenete possa rappresentarvi? 

Il nome Bilbosa ha origine da un mix fra la nostra fantasia e il nome di un pianeta in un universo cinematografico di fantascienza. Non è nato per rappresentarci ma ci piace per la sua semplicità e per il suo suono.

LG: Nelle vostre intenzioni Diamond Dust è concepito come un viaggio da Oriente a Occidente, dalle Americhe allAustralia: questi luoghi li avete realmente visitati o come per molti romanzieri del passato sono viaggi immaginati?

Abbiamo realmente visitato molti luoghi diversi, però ad esempio in Australia non c’è mai stato nessuno di noi. La nostra musica è il catalizzatore che ci permette di immaginare luoghi diversi da quello in cui viviamo e lasciarci teletrasportare lì, nella speranza di far viaggiare con noi anche i nostri ascoltatori.

LG: “Polvere di diamante: perché questo titolo? Euna chiave di lettura per comprendere il disco?

Sì, i luoghi che riusciamo a raggiungere sono o ricordi del nostro passato oppure sono di pura fantasia. La polvere di diamante (gocce di rugiada allo stato solido) crea una patina sui paesaggi ed i suoi colori nello stesso modo in cui le memorie col tempo tendono a sbiadire. 

LG: Da un punto di vista strettamente musicale il vostro è uno stile composito, unamalgama di elementi post-rock, jazz e psichedelici che però non risultano slegati tra loro ma fusi a formare un alfabeto sonoro fresco e compatto: questa eterogeneità proviene dai contributi individuali dei singoli membri del gruppo? Avete background musicali diversi?

Effettivamente veniamo da background musicali differenti ma abbiamo tanti punti di ritrovo dove i nostri gusti si incontrano fino addirittura ad intersecarsi. La nostra eterogeneità non sta solamente nei nostri ascolti ma anche nel ruolo che la musica ha avuto ed ha tutt’ora nella nostra vita.

LG: E’ di recentissima pubblicazione il vostro nuovo EP. Si tratta di unappendice a Diamond Dust o getta le basi per un vostro nuovo capitolo sonoro?

E’ decisamente un nuovo capitolo che apre le porte al nuovo disco che è già in produzione.


 

LG: Il vostro approccio alla composizione è molto live, lavorando su materiale improvvisato in studio, una tecnica che ha illustri predecessori (Frank Zappa e King Crimson ad esempio). Continuerete a comporre in questo modo o in futuro vorreste utilizzare tecniche diverse?

Intanto grazie per gli illustri accostamenti. Fino ad oggi è stato l’approccio che più ci diverte utilizzare per comporre e continueremo ad utilizzarlo fino a che non ci sentiremo altrimenti.

LG: White Rabbit è la traccia che chiude il disco e personalmente la mia preferita, psichedelica e immaginifica. Eda considerarsi un preludio ad eventuali futuri psico-viaggi che potrebbero andare a sostituire le coordinate geografiche di Diamond Dust?

Ci piacerebbe continuare a scrivere pezzi del genere, purtroppo è complicato distaccarsi al 100% dal mondo reale e materiale soprattutto dopo gli eventi accaduti durante l’ultimo anno e mezzo. Lavoriamo sodo per stare uniti e trovare un’ispirazione comune che possa portarci verso nuovi viaggi ed avventure.

LG: Cosa non va nellattuale scena musicale italiana? E cosa si salva?

Il problema non sembrano essere i musicisti bensì il sistema all’interno del quale operano. Questo non li valorizza né come lavoratori né come artisti. Ci sono moltissimi artisti validi che con la loro musica e passione stanno colmando il gap con le scene musicali straniere.

LG: Grazie alla tecnologia satellitare il nostro pianeta ora è percepito dai suoi abitanti in modo molto meno misterioso che in passato: è così anche per voi?

Assolutamente no, più mezzi abbiamo per scoprire il nostro pianeta, più misteri da svelare vengono a galla. 

LG: Grazie. 


 

Per approfondire:

bilbosa.bandcamp.com/releases

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