LUCA SIGURTÀ/PAUL BEAUCHAMP: REQUIEM PER UN ANTIEROE
Luca Sigurtà e Paul Beauchamp, sperimentatori con un ricco e multiforme background artistico alle spalle uniscono le loro forze per realizzare Hardboiled (2021, Kaczynski Editions). Per quanto ispirato ad una precisa iconografia cinematografica e letteraria il disco riesce sorprendentemente a suggerire ambienti e stati d'animo diversi per ogni ascoltatore: le pulsazioni sotterranee, la ritmica minimale e scarnificata, il senso di smarrimento e di solitudine che si respira in tracce come The Paladin e Pull the Trigger testimoniano l'affiatamento raggiunto dai due valenti musicisti che hanno preferito percorrere insieme una strada differente rispetto ai rispettivi discorsi solistici.
Hardboiled è un disco a quattro mani ispirato alle pellicole poliziesche del passato. Ho deciso di ascoltarlo senza conoscere a priori il concept e ciò che ho sentito mi è parso una sorta di requiem anti-retorico dalle sonorità scheletriche. Potrebbe esistere un punto di unione tra due prospettive così diverse?
Luca:
E' molto interessante ciò che dici, effettivamente non ci avevo
pensato però sta in piedi come considerazione.
Diciamo
che probabilmente nella nostra immaginazione volevamo rappresentare
un mondo sintetico, crudo e senza troppi sentimenti. Un luogo dove un
'paladino' con molte luci e ombre cerca di sopravvivere alle brutture
e alle corruzioni che lo circondano.
Paul: Direi di sì. Mi
piace molto la parola requiem. Nei film polizieschi una cosa in
comune è sempre la solitudine che prova il protagonista.
Pull The Trigger è – a mio gusto - tra le tracce più intense
dell’intero lavoro. Mi piacerebbe conoscere più dettagli in
merito: come è nata e come siete riusciti a plasmarla fino a darle
l’aspetto attuale.
Luca: E' un brano che piace moltissimo
anche a me. Credo sia uno dei primi pezzi che
abbiamo scritto e registrato. La cosa di cui sono sicuro è che il
titolo della traccia è nato ben prima della canzone stessa. 'Pull
the trigger' è stato un pò il leit-motiv che tornava durante le
sessions in studio, spesso dicevo a Paul che sarebbe dovuto essere
uno dei titoli contenuti nell'album e anche a lui piaceva molto come
idea.
Il concept del disco rimanda a una precisa mitologia filmica a cui siete legati entrambi. Vorrei saperne di più.
Luca: Io e
Paul non abbiamo mai nascosto di amare un certo filone di film
polizieschi, specialmente quello degli anni '70 e '80. Più di una
volta, prima di cominciare le registrazioni del disco, ci siamo messi
a parlare di Clint Eastwood nei panni di Callaghan o Charles Bronson
in quelli del giustiziere della notte. Quelle chiacchiere credo che
abbiano influito in maniera determinante per far nascere il concept
del disco.
Paul: Io e Luca siamo amici da tanto tempo. Abbiamo
fatto dei tour insieme e ci siamo visti a tantissimi concerti ma non
avevamo mai collaborato prima. Così siamo partiti dall'idea di fare
musica insieme e poi per trovare un minimo di direzione da prendere
col lavoro abbiamo tirato fuori questo concept.
Il cinema odierno ha quasi del tutto bandito la classica introduzione musicale con i titoli di testa eppure c’è qualcosa di intrigante nel comporre i titoli di testa e di coda per una pellicola cinematografica.
Luca: Sì, assolutamente! La cosa
interessante e divertente è trovare il tema giusto che possa dare
l'idea di un titolo di testa e di coda, specialmente per un film
immaginario come l'avevamo in testa io e Paul. Durante l'ascolto dei
brani e successivamente durante la scelta della tracklist definitiva
ci raccontavamo il film come se esistesse veramente. Una cosa del
tipo 'Ora sta per succedere quello...' oppure 'Qui è quando i
poliziotti corrotti cercano di far fuori il protagonista'. Ci siamo
davvero molto divertiti!
Paul: Esatto. Durante i primi ascolti
dicevamo sempre cose come ha detto Luca: 'Questo passaggio mi sembra
la scena di quando il protagonista è in giro per la città di notte
con tutte le strade vuote...' ecc. Diciamo che siamo partiti col
concetto ma poi, come capita sempre, i pezzi hanno iniziato a
prendere nuove forme diverse che avevamo in testa e ci siamo lasciati
guidare da loro a quel punto.
Quanto del vostro lavoro solista ritroviamo in Hardboiled?
Luca:
In realtà per quanto mi riguarda ho cercato di creare qualcosa di
diverso per questa collaborazione. Entrambi fin dall'inizio eravamo
incuriositi dal provare nuove strade. Non volevamo insomma fare un
'compitino' e rifugiarci nelle rispettive comfort zones.
A
ripensarci credo che neppure durante la prima session di
registrazioni abbiamo mai preso in considerazione l'idea di fare un
mix sonoro o un bignami dei nostri rispettivi stili musicali.
Paul:
Infatti. L'idea sin dall'inizio era di fare una cosa che andasse
oltre le due forze unite, volevamo realizzare qualcosa che avesse un'amalgama
tutta sua.
L’elettroacustica si sta allontanando sempre di più dal suono sintetico andando alla ricerca di sorgenti sonore provenienti dal mondo reale. I sintetizzatori sono ormai il passato?
Luca:
No, non credo proprio, anzi credo che stiano vivendo un'ennesima
giovinezza. Per ciò che avevamo in testa di realizzare poi erano lo
strumento ideale. Volevamo quel tipo di suono e di atmosfera che solo
i synth possono realizzare. E dico questa cosa non da nostalgico o
retorico. Semplicemente era ciò che cercavamo in quel momento.
Paul:
Luca usa spesso la parola “ricerca” quando parla della musica che
facciamo e sono totalmente d'accordo. Quello che facciamo noi è una
ricerca nel ricreare i suoni che abbiamo in testa e spesso sono i
synth che ti danno la possibilità di esplorare e creare questi mondi
sonori.
Grazie.
Luca e Paul: Grazie a te per questa intervista.
Per approfondire:
https://kaczynskieditions.bandcamp.com/album/hardboiled
https://luca-sigurta.bandcamp.com
https://paulbeauchamp.bandcamp.com
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