MASSIMO OLLA: SAMURAI OF DRONES

 


 

 

Nella cultura giapponese il Ronin è il samurai senza padrone: letteralmente "ronin" significa uomo-onda nel senso di uomo alla deriva, libero da legami di servitù. Non so se il nome del capostipite degli strumenti progettati e costruiti da Massimo Olla, [D]ronin, abbia anche questa origine oltre a citare il drone, cellula sonora primaria alla base di un intero genere musicale ma soprattutto di un peculiare gusto estetico (ed estatico, aggiungerei).

Certamente questo artista e artigiano del suono è riuscito a svincolarsi dalle meccaniche sociali imperanti trasformando in professione un’antica passione e nel contempo dando un’impronta del tutto personale alle sue composizioni grazie al suono peculiare dei suoi strumenti ([D]ronin, [D]bass, wall of springs).

 

 

LG:Noisedelik, Hidden Reverse, Massimo Olla: i tre nomi con cui firmi le tue produzioni possono considerarsi i tre vertici di un triangolo equilatero?

MO: Sono l'evoluzione del mio percorso artistico.

Noisedelik ormai è congelato come progetto perchè non sono più interessato a produzioni post-industriali . Diciamo che quello che mi interessa di più dell'ambito P.I. lo trasporto nelle produzioni a nome Massimo Olla, che altro non è se non un insieme di esperienze personali sia di ascolti ( per quanto mi riguarda è fondamentale e istruttivo ascoltare altre realtà musicali ) che di vita e stati d'animo. Generalmente non attribuisco un titolo ai miei lavori ma li numero proprio perchè discostandomi dal discorso post-industriale non sento la necessità di creare un panorama sonoro con un concetto ben definito. Preferisco lasciare a chi ascolta il beneficio di interpretarlo.

Hidden Reverse è un progetto in collaborazione con Simon Balestrazzi con cui ho un ottimo rapporto di amicizia e stima reciproca. Al momento esistono due uscite discografiche, una tape (ARTICULATION 1-2) stampata in pochissime copie (venticinque, se non ricordo male) e successivamente SIX CASES OF SLEEP DISORDER, edita su CD da Azoth: il disco nasce da una serie di sedute di vera improvvisazione usando i miei strumenti autocostruiti e qualche apparato elettronico, per poi editare e costruire con le parti più rilevanti tutte le tracce che lo compongono. 

 

[D]ronin

 

Genesi e evoluzione delle macchine olliane.

MO: Iniziai il mio percorso artistico nel 2010, un po’ tardi per via di tutta una serie di problemi della vita che adesso non sto a raccontarvi. Cercando una cifra personale decisi che non era il caso di usare sintetizzatori e campionatori, insomma il setup classico di chi milita in questi ambiti sonori. Iniziai dunque ad autocostruirmi i primi rudimentali [D]ronin, grandi e scomodi. Da lì iniziai uno studio e progettazione provandoli sulla mia pelle, sia in live che in studio. Un giorno i signori Cristano Deison e Gianluca Favaron si accorsero delle potenzialità di questi strumenti acustico-elettronici e ne vollero uno. Da lì (dopo che feci di tutto per farmi licenziare e diventare un uomo libero) ne feci un vero e proprio lavoro che da dodici anni mi consente di vivere e invadere il pianeta con i miei strumenti disturbanti.

 

[D]bass

 

LG: Structures ha il sapore pionieristico delle avanguardie musicali del secolo scorso anche se attraversato da pulsioni contemporanee. E la consistenza sonora rimanda agli esperimenti di musica concreta.

MO: Ma certo e ne vado fiero. Ormai non si inventa più niente artisticamente, si prende il meglio dei lavori dei grandi geni del secolo scorso per poi dissezionarli e renderli tuoi aggiungendovi nuova linfa. D’altronde noi abbiamo la fortuna di usufruire di tecnologie di cui all'epoca potevi leggere solo nei libri di fantascienza. Credo che ci vorranno almeno altri cinquant’anni prima che emerga qualcosa di veramente nuovo come successe con la techno alla fine degli anni ottanta: dopo c’è stato solo buio.

 


 

LG: la tua palette timbrica è caratterizzata dall’uso di poche fonti sonore analizzate chirurgicamente. Una scelta quanto mai distante dagli studi (reali e virtuali) stracolmi di macchine e dalla tendenza ad acquistare compulsivamente nuovi strumenti.

MO: Il mio credo artistico è ottenere il massimo con il minimo delle risorse. Durante il mio percorso artistico ho speso soldi inutilmente per acquistare macchine che non sentivo mi appartenessero culturalmente: è una questione di pelle e di sensazioni. Credo che avere un infinità di fonti sonore tendano a destabilizzare chi ne usufruisce, per non parlare dei casi limite di coloro che acquistano compulsivamente solo per postare sui social le foto del loro nuovo giocattolo e poi rivenderlo dopo poche settimane, senza nemmeno aver letto il manuale d’uso.

A me piace tirare fuori da materiali di uso comune i suoni da utilizzare nei miei lavori .

 

Wall of Springs

 

LG: Nel corso della tua carriera hai collaborato con diversi nomi del panorama sperimentale italiano.

MO: Sì, in questi dodici anni ho avuto l'onore di collaborare con molti nomi della scena italiana, partecipando come ospite nelle loro produzioni con alcune mie brevi performances realizzate utilizzando i miei stessi strumenti autocostruiti. Ho pubblicato due album in collaborazione con Gianluca Becuzzi. Poi con Simon Balestrazzi per Dreams Weapon Ritual, Le Forbici di Manitù, Satanismo Calibro 9, Maurizio Bianchi, Moreno Padoan e molti altri.

LG: Grazie.




Per approfondire:

https://www.youtube.com/channel/UC0YHzqrSICX1xDMzWS2hU5w

https://azothrecordings.bandcamp.com/album/massimo-olla-structures

Per maggiori informazioni e per ordinare gli strumenti presentati in questo articolo: noisedelik2@gmail.com

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