ALESSANDRO RAGAZZO: UNO STUDIO DEDICATO A CHI SI SENTE POVERA COSA





Torniamo ad occuparci della ricerca sonora e concettuale di Alessandro Ragazzo. Corpore Absens (2021, Dornwald Records) è il suo lavoro più recente, uno scrigno di fonti sonore interiorizzate in cui il suono del quotidiano diviene enigma indecifrabile, in un gioco di specchi tra mente e materia. È il suono dell’assenza, del tempo perduto, di ciò che è stato e non può più tornare. Per Ragazzo ogni istante è la fine di un universo: travolti da questa corrente entropica le nostre esistenze vengono trascinate fino all’inevitabile dissoluzione. Ciò che rimane è l’ombra di un’ombra.



LG: Nella nostra precedente conversazione ci eravamo concentrati su Cinque studi sul paesaggio del 2020. Corpore Absens consolida o rinnova il tuo personale linguaggio sonoro?

AR: Lo consolida e poco a poco lo rinnova, introducendo nella strumentazione le antenne per la ricezione elettromagnetica affiancate alle imprescindibili registrazioni su campo.

Cinque studi sul paesaggio era rivolto a un mancato esterno mentre in Corpore Absens (come si vede anche in copertina) tutto si svolge all’interno di una stanza completamente spoglia (Giotto docet!), il contenitore di un "io" che non esiste più. Da questa prospettiva possiamo considerarlo sempre un lavoro sulla cancellazione del soggetto. Personalmente trovo osceno osservare persone convinte di "esserci", in primis sbandierando vessilli della libertà continuamente rappresentata a piacimento o di nostalgie imbecilli di tiranni... questo è un lavoro anti-civile non incivile (citando c.b); uno studio dedicato a chi si sente povera cosa.

LG: Il concetto classico di Atarassìa e quello orientale di Nirvana, pur non essendo sinonimi, riconducono entrambi ad uno stato di imperturbabilità per certi versi accostabile al concetto di non-esistenza. Ciò che è assente e anche inesistente?

AR: Certamente. Essere nell'assenza significa cancellare il soggetto già in partenza, esattamente come quando registro il suono di un paesaggio o della vita quotidiana, mi smarrisco all’ascolto di quei suoni e poi li offro alle orecchie del cittadino del condominio umano.

LG: In Corpore Absens trovano spazio anche alcuni canti vedici.

AR: Sì, è un omaggio ai loro traguardi millenari. Dopo i loro studi e i loro trattati filosofici non si può che rovinosamente tornare indietro. Ci sono ancora delle eccezioni ma la via attuale è quella di riconnettersi continuamente al passato, di raschiare il barile.

 


 

 

LG: Diversamente da altri musicisti le tue fonti ispirative sono per lo più extramusicali: pensatori come Schopenhauer e Kant, pittori come Francis Bacon. E nelle note di copertina a Corpore Absens citi Spinoza.

AR: A fare eco a Spinoza è anche il pensiero di J.Lacan: il nostro dire è completamente staccato dal pensiero, per questo e cretino dire IO ho detto, ma questa è una storia molto lunga... Lacan stava parlando in merito alla fisicità, dove la mente è in qualche modo staccata dalla corporalità del suo involucro. Lacan aveva una concezione dualistica del corpo, corpo pensante e corpo non pensante, mettendoli in conflitto apparente, ed è per quello che "l'idea" in Spinoza diventa "immagine" o "rappresentazione" per Schopenhauer, una cosa ritenuta volgare per buona parte del misticismo orientale, sopratutto per l'islamismo che fa un doppio salto per quanto riguarda l'immagine come simulacro visivo, carnale o divino che sia.

Per fortuna Spinoza non era italiano, erano periodi di gran roghi...

LG: Nel contesto filosofico in cui è calato Corpore Absens il ruolo della tecnica del field-recording è senz’altro più che un mero espediente sonoro.

AR: Sicuramente. L’attimo che è già storia è allo stesso tempo materia e uno strumento con un miliardo di tasti o corde. In tanti ancora lo considerano soltanto un espediente ma ciò è un’offesa a quello che rimane della vita (il resto di niente). È da anni che mi capita di trovare fotografie o carte da gioco (chissà perché!?!) a terra, in giro per la strada; raccogliendole si nota come esse vengono calpestate e rovinate dal tempo. Mi piace osservare come cambia anche il supporto, rugoso e scalfito. Nel mio caso ci sono nastri vecchi, esposti al sole o stropicciati, vecchie macchine obsolete, giradischi, vinili spezzati, magnetofoni, stereo, et cetera. Con tutto questo anche il modo ed il metodo (in esecuzione) vengono intaccati. Corpore Absens è la somma di queste esperienze o conoscenze che non sono nella coerenza dell'essere o dell'esserci perché si smentiscono continuamente nel dubbio e nel buio.

LG: Grazie.

 


 


Per approfondire:

https://www.alessandroragazzo.com/











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