NICOLA LOCCI: ALIENA GEOMETRIA SACRA





Nicola Locci è chitarrista, compositore e sviluppatore di macchine software e hardware: il suo progetto drone-ambient STIGMATE ha la caratteristica di utilizzare esclusivamente strumenti autocostruiti dallo stesso autore, macchine dall’aspetto alieno e minaccioso, più simili ad apparati cibernetici provenienti da un futuro remoto che a macchine tradizionali. La necessità intrinseca di imprimere alle proprie produzioni un suono quanto mai personale oltre che ad esplorare le meccaniche della sintesi hanno spinto Nicola fino ai confini del suono conosciuto, in territori inesplorati dove già abbiamo incontrato altri talentuosi artigiani come Massimo Olla e Daniele Ledda.




LG: Stigmate è il progetto sonoro in cui fai convergere la tua attività di progettazione e costruzione di drone machines. Cosa rende una drone machine diversa da un sintetizzatore modulare?

NL: Una delle differenze principali tra questi due strumenti è la mancanza di uno stadio di inviluppo (ADSR), ovvero l'andamento dell'ampiezza di un suono (volume) dal momento in cui viene generato a quando questo si estingue. Nella drone machine, dal momento della sua attivazione, il suono viene generato e mandato in uscita continuamente. Questo ci permette un intervento minimo sulle sfumature e un'autogenerazione infinita che crea tappeti sonori e sfondi. Solitamente sono presenti due o più oscillatori, che incrociandosi sono in grado di produrre i cosidetti "battimenti", ovvero delle fluttuazioni o modulazioni sonore che danno l'illusione che il suono sia in movimento benchè invece esso resti statico nel tempo, e tutto il processo si ripeta ciclicamente. Solitamente si possono controllare gli oscillatori in ampiezza e in frequenza e i parametri del filtro, ove presente. Una delle mie più riuscite e piu richieste è la D.R.A.R.T. che comprende quattro oscillatori e tre filtri in totale. Per capire meglio, ho realizzato un lavoro musicale utilizzando esclusivamente questo strumento; uno studio ad esso dedicato e alle tante sfumature sonore che si possono ottenere, può essere ascoltato all’indirizzo https://exagonal.bandcamp.com/album/d-r-a-r-t-untitled

 

 


 

LG: Prima di dedicarti agli strumenti hardware hai sviluppato alcuni interessanti virtual instruments.

NL: Esattamente. Alcuni si trovano in forma gratuita sul mio sito web (www.exagonal-rooms.com) ma sono solo una piccola parte che ho deciso di condividere.

Tutto è nato dalla ricerca di software musicale in grado di caratterizzare il mio suono. Quando ho incontrato la possibilità di poter programmare e realizzare alcune mie idee sotto forma di plug-ins di altri software (VST ,appunto) ho scelto di realizzarne direttamente alcuni invece che cercare qualcosa di simile nella marea delle proposte in rete. In seguito, grazie anche ai miei studi scolastici di elettronica, il passaggio da software ad hardware è stato un processo naturale, anche se non si tratta di trasposizioni identiche.

 

 


 

LG: Aiwass è un'opera dal suono aspro e nero come la pece, gli strati sintetici che l'avvolgono sembrano sempre sul punto di andare del tutto fuori controllo. E mi risulta che tra le macchine impazzite ci sia anche un (d)ronin di Massimo Olla...

NL: AIWASS nasce da un personale approfondimento sulla figura di Crowley e dalla ricerca di una combinazione, una qualche alchimia che potesse permettermi finalmente di poter integrare l'uso della chitarra, mio primo strumento espressivo, nei percorsi di musica elettronica a cui sono giunto, cosa che prima non ero mai riuscito a fare, essendo stato sempre schiavo di una visione nettamente separata delle cose. In questo caso la chitarra è un mezzo come un altro, collegata ad un sintetizzatore, e ha sostituito egregiamente la tastiera come tramite.

Massimo è un caro amico ed abbiamo diverse cose in comune : la terra in cui viviamo, la passione artigiana per gli strumenti autocostruiti sperimentali, il terreno musicale su cui operiamo. C'è un costante confronto tra di noi, uno scambio di idee e di strumenti realizzati. Mi è sembrato molto interessante e doveroso includere in questo lavoro anche il mio particolare approccio sul suo (D)ronin.

 

LG: Oltre a Stigmate hai all’attivo almeno altri tre progetti (Exagonal, Thek.3 e Modular). Non è dispersivo suddividere la propria produzione musicale incanalandola attraverso progetti multipli?

NL: Questo è in parte vero, sopratutto per chi non ha solo la musica come valvola di sfogo per la creatività. In realtà, EXAGONAL e MODULAR sono dei progetti passati che attualmente sono in ibernazione, ma non escludo che un domani possano ripartire. THEK.3 è stato il primo tentativo di allontanarsi da questi, con l'uso quasi esclusivo dei miei VST, e cercando di togliersi di dosso le etichette di genere ( il primo IDM mentre l'altro gira intorno all'electro).

L'ultimo progetto a cui ho dato vita è STIGMATE, nato come una sfida con me stesso, dove appunto preferisco non usare software ma le macchine sonore progettate da me.

Attualmente vedo lo pseudonimo più come un etichetta del mio momento creativo personale più che del genere musicale. Sto già cercando di raccogliere insieme del materiale che ho registrato in questo periodo pandemico per un altro progetto ancora diverso, probabilmente col mio nome.

 

 


 

LG: Le possibilità timbriche offerte dall’utilizzo combinato di strumenti software sempre più potenti e macchine analogiche oggi accessibili a tutti dovrebbero poter permettere la realizzazione di qualunque fantasia sonica immaginabile. Nonostante questo sempre più musicisti auto costruiscono i propri strumenti o si immergono in sperimentazioni elettroacustiche senza l’ausilio di altre macchine se non il solo sequencer. Abbiamo raggiunto un punto di saturazione tecnologica?

NL: La musica, come del resto tutta la storia, è ciclica ed ha i suoi periodi.

Credo che il periodo "one man PC" con laptop sul tavolino sia giunto a conclusione, tranne qualche eccezione illustre come Alva Noto e qualcun'altro. Sicuramente abbiamo raggiunto la completa sostituzione dell'obbiettivo finale ed il conseguente svuotamento creativo. Mi spiego meglio.

Una volta entrato nella consapevolezza che si ha di fronte una macchina dalla quasi illimitate potenzialità, il nostro cervello inizia ad andare in crisi di fronte a milioni di sfumature e possibilità, proprio perchè non saremo mai soddisfatti del risultato, sapendo che ci può essere a portata di mano una soluzione migliore e magari piu interessante. Quindi tutto si riduce a passare tanto tempo a cercare/acquistare nuovi samples, suoni o strumenti, piuttosto che concentrarsi nella composizione vera e propria, nell'essenza del momento o nella ricerca dell'alchimia giusta. Questa consapevolezza ha portato molti artisti a decimare il proprio setup, se non addirittura a personalizzarlo con strumenti custom o autocostruiti, anche all'insegna della ricerca della personalizzazione timbrica. Credo che comunque l'entità di questo fattore dipenda anche molto dalla percentuale di sperimentazione che si vuole includere nel proprio genere musicale.

 


 

LG: In Italia essere musicisti è considerato di rado un lavoro e in effetti la maggioranza degli autori (soprattutto underground) è costretta a dedicare a quest’arte solo il tempo libero.

NL: Se consideriamo lavoro qualcosa che ad ogni nostro sforzo ci dà qualcosa in cambio, una remunerazione economica immediata, ad esempio, allora siamo ben lontani da ciò. Difficile considerarsi "lavoratori" a meno che non si suoni per i soldi, e quindi stiamo parlando di "operai " della musica, in tutte le varie sfaccettature.

Il vero artista, a mio parere, crea perchè ne ha bisogno, è il suo comunicare agli altri il suo punto di vista, o semplicemente la sua sete di curiosità. In questo ci sono dentro anche persone che fanno musica per moda, altre che credono di avere del talento senza rendersi conto realmente che la realtà è ben diversa. Il processo della proclamazione del successo poi, può essere molto lento, possono volerci parecchi anni a volte per capire che si ha tra le mani qualcosa di veramente valido, e questo è molto difficile da riconoscere in primis. Con l'avvento di Internet e dei software musicali, poi, la popolazione di "musicisti elettronici" è aumentata in maniera esponenziale, saturando la rete di "immondizie musicali", e oggi trovare qualcosa di valido da ascoltare è diventato faticoso e stressante.

 

 


 

LG: E’ recentissima l’uscita dell’album Extreme Sleepwalking, realizzato insieme a Noisecluster. Collaborare con altri artisti è generalmente un'esperienza costruttiva ma negli ultimi anni è sempre più praticata una forma di collaborazione in remoto che vede soltanto lo scambio reciproco di materiale audio.

NL: Per questa collaborazione le cose sono andate un pò diversamente; come già sappiamo le nuove tecnologie favoriscono diverse strade. Nel nostro caso tutto è nato da un singolo brano per una compilation e, soddisfatti del risultato, abbiamo voluto metterci alla prova su altro materiale. Abbiamo avuto incontri in video conferenza (vuoi anche per causa pandemia, ma principalmente per la distanza), e un molteplice ruolo nella composizione, nel mixing e nella masterizzazione dei pezzi. Infatti, pur essendo riconoscibile un'amalgama sonora di una certa forma, non tutte le tracce suonano simili. Diciamo che almeno per quanto riguarda le parti abbiamo cercato tutti di lasciare la nostra impronta, in più versanti possibili.

 

LG: Grazie.

NL: Grazie a te per l'interesse per il mio microcosmo sonoro e per questa opportunità!






Per approfondire:

www.exagonal-rooms.com

https://exagonal.bandcamp.com

https://grubenwehrfreiburg.bandcamp.com/album/extreme-sleepwalking?fbclid=IwAR12iiWa2kPRKHwpvSvlQFQPoVfojUrBtyHfb0hMcmmdeTZhaQnSggVdXPU


Per maggiori informazioni in merito agli strumenti presentati in questo articolo potete scrivere a info@exagonalrooms.com

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