OSTARA'S BLESS: A NEW TURN OF THE CARDS

 


 

Ostara’s Bless è la magica creatura bifronte nata dal sodalizio artistico tra Paolo Messere (musicista, cantautore, produttore, già mente e anima dei Blessed Child Opera) e Matteo Anelli (percussionista e collaboratore storico di Paolo). La prima testimonianza tangibile di questa collaborazione è il doppio album Masculine/Feminine (Seahorse Rec, 2022) dove è la natura umana – all’apparenza scissa in due metà opposte e inconciliabili – ad essere al centro dell’indagine musicale e concettuale.


LG: La parabola musicale con i Blessed Child Opera ha attraversato gli ultimi vent’anni di storia della musica italiana. Ostara’s Bless va considerato come uno spin-off del progetto storico o è un nuovo inizio?

OB: Gli Ostara’s Bless sono totalmente un nuovo inizio perché le strade sonore prescelte differiscono quasi totalmente da quelle puramente cantautorali, seppur maggiormente sperimentali, seguite dai BCO nel corso degli anni. Le intuizioni legate a questo nuovo progetto sono del tutto nuove, come del resto mi risulta nuova anche la modalità cantautorale sempre presente soprattutto nel disco Masculine. In definitiva non mi sembrava più cosi ovvio lasciare il moniker Blessed Child Opera, anche perché il bambino benedetto ha prestato la sua opera per molto, forse per troppo tempo, ed ora è arrivato veramente il momento della purificazione all’interno di un reale rinnovamento di quel bambino, che ora probabilmente sta rinascendo a nuova vita tramite una metamorfosi atemporale.

 

LG: Già in Love Songs/Complications si accennava a una dicotomia nel titolo. Ora Masculine/Feminine rimarca il gusto per i contrasti.

OB: il contrasto tra la parte maschile e femminile di ogni essere umano è il punto d’inizio da cui ripartire per poter generare un equilibrio dentro la nostra spiritualità. Si deve sposare con una reale visione completa del sé, e questo sappiamo essere un dilemma che ci accompagnerà per sempre seppure si utilizzano colori per descrivere in maniera separata questa dualità. La magia che ne fuoriesce è la sintesi di perfezione della dualità che ricerchiamo quando facciamo musica. Se siamo in grado di raggiungerla arrivando al cuore degli ascoltatori vuol dire che siamo su una buona strada esemplificativa.

 

 


 

LG: All’interno di una band esistono alcune dinamiche che vanno rispettate: in alcuni casi il lavoro viene equamente distribuito tra i vari membri in modo tanto efficiente quanto compartimentato. In altri si cerca l’affiatamento, l’improvvisazione, il trasporto collettivo come veicolo di condensazione e propagazione delle idee.

OB: Questo progetto sta prendendo man mano la forma di una band. Le decisioni sia artistiche sia di gestione dell’immagine e dei contenuti mediatici vanno prese all’unanimità, come del resto non potrebbe essere diversamente quando in un progetto ci sono solo due persone che gestiscono più fronti.

 

LG: Gli ultimi due anni sono stati devastanti per il settore musicale.

OB: Gli ultimi due anni hanno seminato un vuoto di appartenenza in molti musicisti che si sono chiesti quale fosse la loro reale funzione dentro un meccanismo già fortemente malato e danneggiato dal consumismo digitale di massa. Però per esperienza e come in qualsiasi altro campo della vita gli ostacoli che il destino ci pone davanti sono necessari affinché il vero artista nonché musicista dimostri dapprima a se stesso quale sia il proprio obiettivo e la propria identità all’interno del proprio nucleo e poi all’esterno verso il mondo. Personalmente ho trovato giovamento nel rallentamento totale che il mondo musicale ha subito, mi sono concentrato su me stesso ed in maniera istintiva ho voluto tirare fuori un’urgenza creativa fuori del normale che mi ha salvato da lunghi momenti di black-out psicologico che a dire il vero continuano pedissequamente a riproporsi allo stato attuale del tempo.

 

 


 

LG: Masculine/Feminine è un album doppio che nasconde diverse sorprese al suo interno: la scrittura è avvenuta di getto o è il risultato di un’accurata selezione e rielaborazione di idee raccolte nel tempo?

OB: Masculine è stato tirato fuori da una serie di composizioni iniziate a Siracusa nel lontano 2017.La maggior parte delle songs erano strumentali ed erano all’inizio viste come dei divertissement…poi ci ho preso gusto e nel corso degli anni ho affinato le tecniche compositive derivanti da ispirazioni di paesaggi multietnici. Poi mi sono detto che tali composizioni potevano essere utilizzate in modo differente e dunque siamo riusciti a dare loro un’impronta cantautorale, che dir si voglia…è stato un esperimento piuttosto complicato ma una volta trovata la chiave di lettura il disco è venuto fuori in una sola settimana. Feminine invece è stato interamente composto a Marsala ed è il disco che risente maggiormente dei misteriosi languori degli scenari che avevo la fortuna di poter godere dalla mia casa di fronte alle Isole Egadi. Poi l’aspetto femminile mi affascina in maniera disarmante ed incontrollabile già dai dischi dei BCO.  Solo che in Feminine crediamo di aver tirato fuori l’aspetto più misteriosamente simbolico che l’archetipo femminile richiede: la sensualità, la dolcezza, la severità, l’intransigenza, il dolore. 

 

LG: Mi risulta che Masculine/Feminine sia solo il primo di altri capitoli musicali. Cosa potete svelarci al riguardo?

OB: Quest’anno nel mese di maggio e giugno saranno pubblicati altri due dischi composti esattamente nel maggio/giugno del 2020. Two of Us/The Big Self. Il tono di grandiosità che si respirerà in questi due album – soprattutto in The Big Self – rispetta la premessa dei precedenti due album solo che gli aspetti sentimentali, emotivi, esoterici si sostituiscono alle divinazioni nette di sofferenza, idealizzazione, sogno e trasfigurazione di Masculine/Feminine. I nuovi album completano un ciclo di grande emotività e disequilibrio arginati dall’espressività musicale al passo con le emozioni.

 

 


 

LG: Dagli ultimi dischi a nome BCO fino agli Ostara’s Bless si sta insinuando sempre più una componente multietnica che dona alle tracce un intenso coinvolgimento mistico. E’ pura ricerca sonora e musicale o c’è un interesse sempre maggiore per i misteri dell’esistenza, dell’ultraterreno, dell’invisibile?

OB: Entrambe le ricerche sono in simbiosi. Quale suono etnico potrebbe risultare credibile se non è imprescindibile dal mistero, dall’ultraterreno, dall’invisibile, dalla coscienza profonda, dall’assenza, dall’aspetto magico normalmente irrisolto che viviamo ogni giorno. La credibilità di Ostara’s Bless sta nell’essere umano esotericamente innamorato del proprio cuore e della propria anima.

 

LG: Grazie.

 

 


 

 

Per approfondire:

http://www.seahorserecordings.com/site/ostaras-bless/

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