DIE DUNKLE SEITE: IL LATO OSCURO NON È SULLA LUNA

 

 


 

 

La Trahison des images è una delle opere più celebri del pittore surrealista René Magritte. La tela raffigura senza ombra di dubbio una comune pipa ma la didascalia nega la realtà di ciò che stiamo osservando. Ora immaginiamo di trasferire il corto circuito visivo di Magritte in ambito musicale. Scegliamo un disco tra i tanti della nostra collezione basandoci unicamente sui titoli delle tracce e quando leggiamo sulla back-cover The Great Gig in the Sky e Brain Damage sappiamo perfettamente che andremo ad ascoltare per trecentoseiesima volta il classico dei Pink Floyd. Il problema è che fin da subito ci accorgiamo che ciò che stiamo ascoltando non è The Dark Side of The Moon, non è neppure qualcosa che gli assomigli. Forse si è materializzata nelle nostre mani una copia di The Dark Side proveniente da una dimensione parallela, da un altro universo; o forse siamo stati risucchiati all’interno di un episodio di Twilight Zone (e speriamo di non morire né di impazzire come spesso capitava agli sfortunati protagonisti della serie). In realtà la spiegazione è molto più semplice: è il secondo album di Die Dunkle Seite.





LG: Nascita ed evoluzione del progetto Die Dunkle Seite.

DDS: Faccio musica techno da circa dieci anni, con l’alias Dj Datch: una techno ipnotica, deep, contornata da droni e sonorità ambient. Per staccare dal martellamento del kick rilassavo le orecchie ascoltando musica ambient e nel tempo ho notato che le mie basi si avvicinavano proprio a questo genere; inoltre pads e droni sono sempre state alla base delle mie produzioni. Così durante il lockdown nasce Die Dunkle Seite, Il Lato Oscuro, proprio perché è una parte di me che nessuno conosceva. In quei giorni di clausura realizzai il mio primo album, Twisted Wires; il buon riscontro ottenuto mi ha spinto a lavorare al secondo album, questa volta alla ricerca del “The other side".

 

 




LG: The Other Side (2022, Wild Drone Music) è un inequivocabile omaggio al disco più celebre dei Pink Floyd ma all'ascolto ho sperimentato una sorta di corto circuito mentale cercando in ogni traccia rimandi che non ho trovato. Da quanto si evince dalla tua produzione non è un caso isolato.

DDS: Come accennavo prima nei momenti di relax ascolto musica più “morbida” e i Pink Floyd sono tra i miei gruppi preferiti per il loro stile psichedelico e progressive. Ho deciso pertanto di omaggiarli utilizzando gli stessi titoli di The Dark Side of The Moon per The Other Side.

Inevitabilmente ciò che ascolto mi suggerisce idee e spunti che sono alla base delle mie tracce ma il risultato finale poi è completamente diverso. Nel disco precedente feci lo stesso utilizzando i titoli di Bleach dei Nirvana.



LG: Mi dicevi che da circa tre anni utilizzi un sistema modulare con cui generare trame sonore da affiancare a porzioni di field recordings. Quali tipologie di sintesi prediligi? E su quali moduli ti ritrovi più spesso a lavorare?

DDS: Sono entrato nel tunnel dei modulari circa tre anni fa. A scuola ho studiato elettronica e mi ha sempre affascinato l’idea che una tensione elettrica possa generare della musica. Ogni tanto davo uno sguardo ad alcuni video tutorial sui modulari ma vedevo un groviglio di fili e manopole che mi lasciava disorientato. Un giorno vidi un case eurorack usato in vendita con un paio di moduli; lo comprai senza esitare e senza nemmeno sapere come si usasse. E da quel giorno mi si aprì un mondo.

Prediligo la classica sintesi sottrattiva, utilizzando il Moog Mother 32 per basslines e droni e l’Instruo Cs-L per la generazione di forme d’onda più complesse. Ultimamente mi sto avventurando nella wavetable, grazie al Piston Honda 3: la forma d'onda dell'oscillatore viene determinata specificando i valori X, Y e Z quindi c'è da sbizzarrirsi. Per la sintesi granulare uso l’Instruo Arbhar con cui posso manipolare i suoni provenienti da field recordings o da altre fonti sonore; con questi due moduli creo sequenze più sperimentali e melodiche.

 

 




LG: Massimo Olla è una conoscenza in comune, già ospite di collettivoinconscio e costruttore di micidiali macchine soniche tanto da essere soprannominato dal sottoscritto Samurai of Drones. Mi risulta che nel tuo arsenale sintetico sia presente anche un [D]ronin.

DDS: Massimo l’ho conosciuto per caso, un giorno andai a casa sua perché un amico doveva portargli il suo [D]ronin in assistenza. Nel suo laboratorio vidi per la prima volta tutti quei suoi strumenti infernali e alcuni prototipi in fase di test. Ci fece ascoltare alcune delle sue invenzioni e una settimana dopo gli ordinai un [D]ronin. Uso questo strumento per generare droni e pads. Collegato ad un reverbero e a un delay questa macchina è capace di creare ambienti dark talmente intensi e profondi che potresti ascoltarli per delle ore.

 

 

[D]ronin, una delle macchine di Massimo Olla.



LG: Al di là dell'irrinunciabile influenza che Pink Floyd, Kraftwerk e Tangerine Dream hanno ancora oggi sul lavoro di miriadi di musicisti odierni permane la sensazione che sia stato già detto tutto anche in un contesto come quello elettronico, apparentemente sconfinato. Cosa rimane ancora da esplorare?

DDS: Fin dall'alba dei tempi la musica ha fatto parte degli esseri umani e nel corso del tempo si è evoluta fino ad arrivare ad oggi, un’epoca in cui è stato ormai inventato tutto e non c’è più nulla da dire di realmente innovativo. Ritengo che ai nuovi musicisti non resta che rispolverare i vecchi suoni rivitalizzandoli con le nuove tecnologie. Ormai con l’avvento dell’intelligenza artificiale dobbiamo prepararci alla prossima tappa della nostra evoluzione. Ci sono già servizi online che realizzano brani con voci e strumenti musicali senza l’intervento di un compositore umano quindi la soluzione è diventare stilisticamente unici oppure cavalcare l’onda dell’AI per poter generare nuova musica.



LG: Die Dunkle Seite nel prossimo futuro.

DDS: Sicuramente continuerò a produrre musica. Il mio personale obiettivo è di realizzare un album all’anno, eventualmente anche un EP. Nel futuro a lungo termine mi piacerebbe fare live con il modulare, non mi sento ancora pronto ma è un altro obiettivo a cui sto lavorando.



LG: L'altro lato: un modo differente di percepire la realtà oppure una diversa dimensione esistenziale.

DDS: Dopo questi ultimi due anni di chiusure e limitazioni siamo tornati nel mondo della vita quotidiana; c’è sempre la possibilità, a volte, di prendere fiato e costruirsi un altro lato nel proprio mondo ma alla fine si torna ciclicamente alla routine della giornata. Viviamo l’inizio e la fine, la veglia e il sonno come facce della stessa medaglia e tramite esse possiamo comprendere che in fondo the other side lo possiamo vivere quotidianamente.



LG: Grazie.

DDS: grazie a te per avermi dato questa opportunità per farmi conoscere.


 

 https://wilddronemusic.bandcamp.com/album/the-other-side

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