DAGGER MOTH: A MERMAID TOO CLOSE TO THE SUN

 

Esterno, Davide Pedriali



Dagger Moth è il progetto solista di Sara Ardizzoni e The Sun Is A Violent Place (autoprodotto nel 2022) il suo lavoro più recente: otto tracce cantate ma non esattamente canzoni, caratterizzate da arrangiamenti spiazzanti, incursioni elettroniche e fraseggi chitarristici dal notevole impatto emozionale. Un lavoro che dà l’impressione di essere stato decostruito e ricostruito più volte alla continua ricerca di una narrazione meno lineare e più visionaria. Gli strati di suoni sintetici e le percussioni minimali non devono però far pensare ad un lavoro di pura ricerca sonora: il lato lirico e viscerale emerge dai testi – spesso dolenti – e dal timbro della chitarra di Sara, elemento imprescindibile in ogni suo lavoro.



LG: Centocinquanta milioni di chilometri ci separano dalla stella a noi più vicina, fondamentale per la vita e in passato adorata come una divinità. Eppure in The Sun Is A Violent Place sovverti il paradigma positivo di solito associato al sole e introduci all’ascolto con Church Without God. Esiste una trama di fondo che lega queste suggestioni?


SA: In realtà il titolo non voleva offrire una proiezione oscura e pessimista, anzi è più una presa di coscienza del fatto che siamo abituati a dare per scontate molte cose che - se osservate da una diversa prospettiva - sono un'inesauribile fonte di mistero. Anche pre-pandemia davamo per scontato molto del nostro quotidiano, poi l’emergenza sanitaria ha spiazzato tutti. E anche in quel frangente siamo rimasti in balìa di misteri e forze che non sapevamo controllare. La realtà è questa, non abbiamo mai il totale controllo delle cose e degli eventi.

Il sole è un posto violento, letale ma ci consente la vita qui. Se osservato da vicino però ha la seduzione della distruzione. E' comunque una forza che ci mantiene vivi ma appesi a un filo. Il titolo è nato proprio da letture e documentari riguardanti l'attività solare; non sono un'esperta in astronomia ma è una materia che spesso bazzico da profana e mi restituisce subito una misura delle cose, di tutte le cose. Il sole era inoltre qualcosa che, tra i vari lockdown, ormai percepivo sempre più lontano e sbiadito, filtrato. Ad ogni modo mi piace che un titolo possa aprirsi a interpretazioni, divagazioni, metafore senza troppe spiegazioni.


LG: All’ascolto le otto tracce appaiono come il risultato di un processo di scrittura non lineare, come se fossero state fatte a pezzi e ricomposte più volte.


SA: Beh, non saprei...alcune sono nate in maniera lineare (se per lineare intendi il fatto che un'idea venga battezzata subito per buona e sviluppata in maniera "coerente" in tempi relativamente brevi), altre sono nate da un frammento che si è poi evoluto fra appendici molto diversificate e traiettorie quasi incompatibili. In tutta onestà non ho né un metodo né un processo di scrittura univoco.

 

 

Black Mermaid, Davide Pedriali


LG: The Sun Is A Violent Place non è disponibile sulle consuete piattaforme di streaming: una critica nei confronti dell’attuale sistema di fruizione digitale della musica?


SA: Una critica da una realtà piccola come la mia varrebbe ben poco; il fatto che il sistema di fruizione musicale oggi abbia grosse falle, soprattutto nei confronti dei musicisti , è ormai stato dibattuto in ogni modo. Inoltre quello che funziona per me non funziona per altri e viceversa. La scelta è stata dettata fondamentalmente da tre motivazioni, la prima sicuramente ideologica. Non per fare l'ennesimo Don Chisciotte lanciato contro i mulini a vento ma se vedo che lo standard a cui bisogna attenersi e che "funziona oggi" non mi rappresenta allora mi sento libera di non aderirvi e immaginare un'alternativa, un altro percorso, tanto non rincorro il sogno della visibilità a tutti i costi e di valanghe di like che in concreto portano a non-si-sa-bene-cosa… se devo restare invisibile in un mare magnum almeno ci resto a modo mio.

Il secondo motivo è di tipo pratico: per questioni di contratto di distribuzione il mio disco precedente era\è su Spotify ma devo ammettere che la presenza sulla piattaforma non mi ha portato nulla, né in termini economici né di occasioni professionali o scambi artistici. Dalla mia personale esperienza semplicemente mi è parso che nel mio altrettanto personale percorso non serva a granché quindi tento un'altra strada, con tutti i limiti e le variabili del caso.

L’ultima motivazione è puramente tecnica e riguarda principalmente i vari ostacoli legati a questioni di copyright, cavilli, pantani informatici relativi alla distribuzione digitale et cetera su cui non mi dilungherei in questa sede.


LG: Minefield è solo uno dei molti esempi di cesellatura quasi maniacale degli arrangiamenti, di cui – a quanto leggo – sei l’unica autrice, anzi direi che in questo lavoro sei una vera one-woman band. Una direzione intrapresa consapevolmente o una deriva spontanea?


SA: Direi una direzione assolutamente consapevole dal momento che è da dieci anni che porto avanti questo progetto in solitaria su tutti i fronti (non solo da un punto di vista creativo ma anche logistico). Se ho un'idea chiara in testa mi piace avere il controllo della direzione che può prendere e la sviluppo meticolosamente. Certo, i contributi esterni possono essere un arricchimento ma in generale tendo a limitarli, troppe voci porterebbero probabilmente a un lavoro corale ma meno coeso e dare validità al mio lavoro attraverso una pletora di collaborazioni mi interessa fino a un certo punto. Se ne capitano di interessanti bene, altrimenti non mi affanno. Il discrimine è sempre dato da gusto e buon senso....e comunque di voci ne devo già seguire abbastanza all'interno della mia stessa testa!

 

 

New Mermaid, Davide Pedriali


LG: Prima si accennava a Church Without God: il sepolcrale timbro chitarristico su cui è interamente costruita la traccia fa pensare ad un lungo lavoro di ricerca sonora e sperimentazione.


SA: È che a giocare con i suoni mi diverto troppo! Cercavo un timbro quasi sgraziato ma che avesse un incedere solenne e a tinte fosche... allora se mi dici così ci sono riuscita! Quel suono in particolare nasce dal connubio di vari pedali.


LG: Chi è Sara Ardizzoni dopo The Sun Is A Violent Place.


SA: Per ora, una donna alleggerita dopo un parto pesante e una musicista molto curiosa di vedere che direzione prenderà la nuova creatura. In quanto a cosa potrà riservare il "dopo" aggiorniamoci fra un paio di anni.. ;)


LG: Grazie.


SA: Grazie a te! 

 

 

Medusa, Davide Pedriali



https://daggermothmusic.bandcamp.com/


Commenti

Post più popolari