GEDRON: L'ISTANTE ETERNO AL DI LÀ DEL TEMPO



 

 

Gedron è il progetto in solo di Gerardo Fornaro, produttore, performer e promoter insieme al collettivo Duplex Ride, attivo nel valorizzare il lato più elettronico e sperimentale della cultura underground genovese. È la label Suoni Possibili – di cui ci siamo già occupati – a dare alle stampe a fine 2022 Magneto, le cui atmosfere confermano il profondo interesse dell’autore per le tematiche scientifiche (teoria dei quanti, singolarità, esplorazione del cosmo) il che rende la sua proposta musicale più soggettiva nell’ambito di un circuito – quello elettronico e sperimentale - spesso imprigionato all’interno di una ridondanza di cliché occulti e cyber-pagani. Magneto è un flusso ininterrotto di immagini sonore, efficace nell'utilizzo della sintesi granulare, arricchito da incursioni world e suggestioni cinematiche.

 

 

 

LG: L’artwork di Magneto, con la singolarità che inizia a fagocitare l’immagine, fa presagire un viaggio siderale il cui ritorno non è assicurato.

GF: Il buco nero che fagocita il mondo industrial rappresenta bene il contenuto dell’album. Ho cercato di tradurre in musica un certo senso di smarrimento, ottenuto miscelando influenze afro e cinesi insieme ad alcune fonti naturali (ad esempio il canto delle balene). Scorre costante sullo sfondo un tessuto granulare magmatico e instabile nel quale i suoni vengono frantumati e ricomposti, come se davvero la natura instabile e misteriosa dei quanti stesse agendo sulla selezione delle scene sonore e nel mio immaginario. Un immaginario sonoro comunque sempre controllato, mai caotico.

 

LG: Le possibilità timbriche della sintesi granulare vengono ampiamente approfondite in questo lavoro; mi accennavi che hai volontariamente optato per un set-up composto di macchine reali e non di repliche virtuali. Ha ancora senso oggi fare questa distinzione?

GF: Sono cosciente che il mondo plug-in & virtual sound sia un tipo di approccio in grado di offrire infinite possibilità' creative ma ritengo che ogni macchina analogica e digitale abbia una sua anima, una sua firma specifica. Credo che non lascerò mai i synth per i pc anche se questa - ribadisco - è una mia scelta del tutto personale. Quando sento che il mio synth vibra e mi suggestiona sono al settimo cielo. Alla fine, sono i suoni e le idee ad essere importanti.

 

 


LG: Oumuamua è chiaramente un omaggio al misterioso corpo celeste che ha transitato all’interno del sistema solare qualche anno fa e che ha scatenato le ipotesi più diverse in merito alla sua provenienza. L’esplorazione scientifica dell’ignoto è una tematica costante all’interno della tua produzione.

GF: Mi sono divertito parecchio a fantasticare su questo oggetto misterioso sfuggito via troppo velocemente per essere compreso e ho provato ad immaginare suoni in grado di descrivere questo super sigaro extra solare.

 

LG: Mi risulta che tu abbia un’intensa attività live.

GF: Amo suonare dal vivo ma solo in determinati contesti artistici e culturali. I locali votati alla birra e all’intrattenimento non sono di mio gradimento; il mio obiettivo è creare una catarsi, un collegamento profondo tra i miei suoni e il pubblico, partendo sempre dal silenzio, dall’attenzione e dal coinvolgimento mio e delle persone che vengono ad ascoltarmi per poi stimolare il pubblico con paesaggi sonori insoliti, ieratici e alieni.

 


 

LG: Il panorama musicale elettronico contemporaneo è colmo di diramazioni, stili e personalità al punto da risultare decisamente affollato ed eterogeneo. Ciononostante, vi sono musicisti e compositori che indubbiamente ci influenzano più di altri.

GF: Ascolto poca musica elettronica. Indubbiamente ho i miei prediletti: Alva Noto, Burial e Caterina Barbieri ma direi che la scena elettronica mi interessa relativamente. Ascolto invece con interesse le soundtracks cinematografiche, le orchestre e la classica contemporanea. Inoltre, tutto ciò che riguarda la voce cattura la mia attenzione, da Lisa Gerard ai canti sardi. Se dovessi però nominare un compositore per me imprescindibile citerei Hans Zimmer che ritengo abbia realizzato per Dune un capolavoro assoluto, un mix incredibile di elettronica, field recording nei mari di sabbia della Giordania e potenti performances vocali. Un genio assoluto, da affiancare a Ennio Morricone, un altro grandissimo.

 

LG: L’universo non è un luogo silenzioso come comunemente si ritiene: la radiazione cosmica di fondo continua ad espandersi da miliardi di anni, captiamo suoni provenienti da galassie e nebulose e i segnali prodotti dal nostro mondo (di cui non sempre possiamo andarne fieri) viaggiano per anni-luce inoltrandosi nel vuoto. Sei tra coloro che sperano in un segnale di ritorno che possa darci la certezza di non essere soli?

GF: Seguo da anni i vari progetti di ricerca di vita aliena e da tempo do per scontato che nei prossimi anni arriveranno ampie conferme in merito alla presenza di civiltà extraterrestri. Nella mia produzione l'ispirazione proveniente dai mondi spaziali e fantascientifici è costante. Riguardo ai suoni dell’universo concordo con quanto affermi: l'universo suona, vibra eccome. Sono cent’anni che emettiamo voci e suoni da sorgenti radio; i più severi parlano di inquinamento galattico ma in fin dei conti è il nostro sound, che sia Frank Sinatra o i Throbbling Gristle.

Tornando alla ricerca di vita extraterrestre penso spesso al fatto che un suono emesso da una fonte aliena potrebbe essere così profondamente diverso dai nostri metodi di comunicazione da crearci non pochi problemi nella decifrazione. Chissà, potrebbe essere il tema del mio prossimo lavoro…

 

LG: Grazie.

 


 

https://suonipossibili.bandcamp.com/album/magneto








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