DANIELE CIULLINI: MEMORIE DI UN SATELLITE SOTTO VETRO

 


 

In un clima di fissità cosmica scandita da scricchiolanti frammenti vocali e stanche macchine cardiache Daniele Ciullini con il suo Great Events Are Coming (Silentes, 2020) rappresenta l’attesa come una condizione permanente. Non siamo dalle parti di Beckett ad attendere invano Godot: l’immobilismo dell’album non è necessariamente una condizione bloccante: piuttosto è un diverso punto di osservazione rispetto alla direzione della freccia del tempo, un remoto angolo di orizzonte eventuale, moderatamente lontano dalle enormi fauci della singolarità ma che condivide con essa il dono di considerare il tempo opinabile.



LG: Great Events Are Coming è un lavoro immerso in una attesa congelata dalla duplice chiave di lettura, artistica ed esistenzialista.

DC: Esatto. L’idea era proprio quella di costruire una scena sonora sospesa, uno scenario dove la natura dei suoni non fosse immediatamente rintracciabile e soprattutto un percorso che non avesse una meta definita. Non un girare a vuoto quanto piuttosto una pausa d’attesa, uno scarto audio-temporale nel quale spingere lo sguardo davvero oltre l’orizzonte ottico. Il titolo è volutamente ingannevole o doppio. Può essere letto in maniera ironica nei confronti di fatti e pensieri che la cronaca ci presenta oppure come tenera certezza per tempi migliori. Anche l’immagine che ho scelto per la cover concorre a ribadire quel surplace che il lavoro vuole trasmettere: un animale fatto di luce, incontrato inaspettatamente sul finire di una notte in un giardino.


LG: Utilizzare fonti sonore eterogenee (create ex-novo, acquisite dall’ambiente circostante o semplicemente “trovate”) è una pratica che accomuna molti progetti di ricerca fra i più stimolanti e creativi.


DC: Per questo lavoro ho fatto uno sforzo maggiore che per i precedenti nella definizione dei suoni perché volevo che combaciassero perfettamente con quella immagine di sospensione/indefinibilità che avevo in testa e che volevo trasmettessero. Così ai timbri di una tastiera giocattolo si sono affiancati fruscii e crepitii di vecchie radio d’epoca; a suoni raccolti nell’ambiente domestico ed urbano si sono sommati spezzoni miniaturizzati di voci dal web. Suoni semplici all’origine ma che ho mescolato e in qualche caso elaborato digitalmente, per celarne il più possibile la vera identità. La totale libertà nella creazione dei suoni è il grande fattore che permette ad ogni “alchimista” di disegnare la propria immagine sonora il più fedelmente possibile. Devo però aggiungere che spesso questa libertà si rinchiude in schemi e stili di genere che finiscono col vanificarla.




LG: Tempo e spazio sono dimensioni che inevitabilmente hanno sempre influenzato la produzione musicale. Il tempo come unità di misura della partitura stessa ma anche come epoca storica contraddistinta da forme espressive alle quali allinearsi esteticamente. Lo spazio è la dimensione percettiva, limitata dalla nostra forma mentis. La tua ricerca sembra volersi divincolare da entrambi i paradigmi.

DC: In Great Events Are Coming il tempo come metrica scorre in maniera ipnotico/meccanica quasi a dirci che si è fermato, che è sospeso. I ritmi sono quelli di congegni indefiniti, pulsazioni interne di meccanismi sconosciuti. Le voci sono solo brandelli di parole e testi disallineati rispetto ad una possibile misura o contesto ravvisabile. Lo spazio come sfondo di eventi e personaggi è completamente azzerato; ci si muove come sotto una cupola di vetro, dentro un vuoto pneumatico. La verticalità del tempo-ritmo e l’orizzontalità dello spazio intersecandosi ricordano uno scenario lunare: gelido e lattiginoso. Niente riconduce alla quotidiana concretezza di una vita fatta di materia e relazioni. Siamo in bilico in una dimensione dinamicamente statica, inquieta.


LG: Biografia tascabile di Daniele Ciullini.

DC: Attivo fino dai primi anni '80. In quegli anni realizza alcuni lavori musicali autoprodotti nel formato audiocassetta + volumetto e partecipa, con singoli brani, a compilation su vinile o cassetta realizzate da varie etichette e fanzine dell'epoca. Il lavoro di quegli anni è stato interamente ristampato da label quali Ecstatic, 777 was 666, Spittle, Old Europa Café e singoli brani sono stati inseriti in compilation realizzate da etichette quali Strut e Cherry Red. Dopo una sosta durata una trentina di anni riprende a fare suoni con una serie di lavori di tipo elettroacustico (dark ambient/post-industrial) distribuiti in rete da una decina fra etichette, siti e netlabel. Dal 2016 realizza anche live set, radio show e blog. Ultimi lavori usciti per Luce sia, Silentes, Marguerite records, Fango radio, Unexplained sounds, Datapanic.


LG: È imminente la tua nuova release che – a quanto mi accennavi – sarà ancora più distillata rispetto ai precedenti lavori. Nel mondo della ricerca elettroacustica si fa sempre più spazio una corrente intimista e minimale, dai toni meditativi e dimessi. Una risposta alla grande crisi di identità sociale e culturale degli ultimi anni, forse.

DC: Il tempo che stiamo vivendo è caratterizzato, fra le altre cose, dalla cultura digitale e dall’uso massiccio della rete. Purtroppo l’atteggiamento generale è quello del veloce e acritico consumo di modelli-miraggio che sotto la spinta di una crisi economico-sociale diffusa, producono una progressiva perdita d’identità, anche culturale. L’universo dei suoni non è certo indenne da questi processi. Lasciando da parte la musica commerciale, dove certi meccanismi di assimilazione-imitazione sono straripanti, vediamo come anche le aree della cosiddetta musica di ricerca siano influenzate da processi di riproduzione di stili che anziché provare a costituire evoluzioni e varianti dal ceppo originario si limitano a riproporne lo stile tout-court. Ecco dunque che la ricerca di una identità sonora rappresenta un’urgenza primaria. Questo processo implica uno sguardo interiore, un colloquio con noi stessi nel quale approfondire un alfabeto sonoro. Non si tratta di isolazionismo quanto piuttosto di ricercare una relazione ma fuori dal vocìo dominante.


LG: Grazie.

DC: A te, Luca.

 


 

https://soundcloud.com/danieleciullini

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