CIRKUS VOGLER: MEMORIA DELLA MATERIA

 
 
 

 
Cirkus Vogler, all'anagrafe Romina Bracchi, è una fotografa e videomaker umbra. La sua ricerca, profondamente influenzata dalla storia del cinema, ha un approccio artigianale, alternando a dispositivi professionali macchine autocostruite. Da sempre ossessionata dalla materialità, dall'assenza e dal fallimento produce opere che - nell'atto di esorcizzare il disagio - ne sublimano l'essenza fino a cristallizzarsi in muti simulacri fuori dal tempo, istantanee metafisiche collocabili tra De Chirico e Bergman. 
Alla ricerca fotografica e filmica di recente si è aggiunta la sperimentazione sonora e musicale. 




LG:Cirkus Vogler: nascita di un moniker.
 
CV: A vent'anni vidi per la prima volta Persona di Ingmar Bergman; quel film diede una sorta di svolta alla mia vita, mi si aprirono di colpo molti cassetti, anzi, direi interi armadi. Vogler è il cognome che ricorre spesso tra i personaggi più perturbanti nei film del regista. Ho voluto unire la mia fascinazione per il circo inteso come insieme di stravaganze e meraviglie, con la k alla svedese, a quel cognome, Vogler, un omaggio al maestro e alla salvifica Epifania che provai scoprendo il suo cinema. 

LG:Il tuo lavoro si articola attraverso l’utilizzo di diversi media.
 
CV: Io lavoro molto di forma, intesa anche come materia. Per arrivare alla forma e all'estetica che desidero non mi pongo limiti nell'utilizzo dei media e spesso ricorro a stratagemmi artigianali. Col tempo mi sono resa conto di aver sempre bisogno del filtro di qualcos'altro per costruire le mie immagini, almeno quelle che mi fanno più "divertire" nel crearle. Sono una ADHD quando creo, poi miscelo tutto: fotografia, collage, oggetti trovati a mo' di still life. Anche nel video bado molto alla forma e prediligo un'estetica antica. Mi ispiro al cinema muto dei primi del ‘900 e alle sperimentazioni di Man Ray e Maya Deren. Il concetto spesso ce lo metto - non nego il lavorio intellettuale che mi fa perdere il sonno - ma sono attenta sempre a non farlo prevalere, perché ciò che mi interessa è la potenza dell'immagine stessa e quello che racconta senza bisogno di troppe didascalie. 
 


 


LG: La recente collaborazione con Ernesto Brusati/Panico da Palcoscenico è significativa per la volontà di creare una sinergia tra musica e immagine dinamica.
 
CV: Per quanto mi riguarda, le collaborazioni artistiche non sono mai facili. Bisogna trovare la giusta intesa e similitudine di approcci. Con Ernesto Brusati/Panico da Palcoscenico collaborare è sempre stimolante perché tra le altre cose abbiamo entrambi in comune l'approccio di pancia per certi aspetti. Il progetto Cirkus Panico, nato per gioco come tutte le cose belle, è prima di tutto un vivido dialogo tra le visioni e i suoni di due progetti personali che hanno più o meno la stessa urgenza espressiva. Funziona così: uno dei due lancia all'altro una scintilla: da lì il fuoco. Ciarlare invano, audiovisivo omaggio a Carmelo Bene, è il primo prodotto di questa fusione; ne seguiranno altri, me lo auguro. 

LG: Il tuo interesse per la drone music ti ha condotta recentemente a sperimentare in prima persona la produzione musicale.
 
CV: Ho iniziato di recente a sperimentare con field recordings e drone music. Si tratta di improvvisazioni nelle quali sperimento anche con la mia voce alla quale in futuro vorrei dare sempre più spazio. Le atmosfere che prediligo sono anguste e lugubri, anche perché nelle arti detesto gli happy end. Il primo lavoro compiuto è una sonorizzazione. Looking for the Dead of My Life è il mio ultimo cortometraggio, dal tema controverso: ossessioni e amori impossibili. 
 


 
LG: Dall’avvento del sonoro cinema e musica sono divenute arti complementari. La comunicazione audio-visiva è anche utilizzata per sbloccare ricordi repressi e favorire l’interazione con individui affetti dalla sindrome dello spettro autistico. Nel campo dell’industria discografica è stata portata agli estremi al punto che oggi molti faticano ad ascoltare un brano musicale se esso non è accompagnato da un video.

CV: Ho sempre creduto che immagine e musica debbano saper parlare anche facendo a meno l'una dell'altra. Un buon pezzo musicale, se è buono, riesce a farsi ascoltare e godere anche senza visual. Tuttavia è interessante e stimolante il connubio tra video e musica come opere d'arte a sé stanti. Mi diverte e mi affascina aggiungere sonorizzazioni alle immagini che produco, cerco sempre di dare potenza e unità al prodotto finale. Credo che un buon video unito ad una buona musica abbia un grande potere. Non mi piace utilizzare un termine che ora va tanto di moda, “immersivo”; preferisco di gran lunga pensare alla psichedelia anni ‘70 per far capire cosa intendo. Vorrei che le mie opere audiovisive potessero essere godute come esperienze sensoriali, senza effetti speciali. 

 

 
LG: Le prossime tappe del tuo percorso artistico.
 
CV: Come Cirkus Vogler a breve usciranno video realizzati per alcuni artisti musicali internazionali, a proposito di interessanti collaborazioni. Per quanto riguarda la parte fotografica, in ottobre parteciperò al festival Narnimmaginaria, col progetto Speaking Parts. Nello stesso festival verrà proiettato anche un audiovisivo realizzato in collaborazione col musicista Nicola Cappelletti dal titolo Lo Scoppio, che ha ottenuto diversi riconoscimenti in diversi festival nazionali e internazionali tra cui la selezione in Landscape, Collettivo Zeugma. Musicalmente ho in cantiere un progetto solista dedicato alla Sibilla appenninica, a cui probabilmente seguiranno anche dei video. 
 
 

 
LG:Cirkus Vogler è uno pseudonimo ma è possibile leggere in chiave psicoanalitica il bisogno intrinseco di molti artisti di darsi un nuovo nome come il desiderio di creare un individuo dissociato dal nostro essere quotidiano, un golem la cui identità può divergere dalla nostra. Quanto Cirkus Vogler è Romina?
 
CV: Cirkus Vogler è Romina e tutto quello che non è solo Romina. È un insieme di tante sfaccettature, un’entità con vita propria e un luogo oscuro nell'inconoscibile ma anche un nascondiglio sicuro. All'inizio avevo pensato al Cirkus Vogler come a una sorta di collettivo che potesse comprendere diversi artisti e visionari: non ho ancora del tutto abbandonato questa idea, chissà. In ogni caso, benvenuti al circo. 

LG: Grazie.
 



 

https://rominabracchi82.wixsite.com/cirkusvogler
Instagram@cirkus_vogler
 

 

 




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