CLAUDIO MILANO: GIU' NELL'ULTIMO CERCHIO, AL CENTRO DELLA TERRA



Introdurre una conversazione come quella che segue mi risulta alquanto complicato. Inserire qualche nota biografica e inanellare qualche impressione d’ascolto è generalmente la strada più semplice da percorrere, la più sicura: l’artista viene facilmente e velocemente inquadrato dal lettore e un’eventuale - seppur minima - ricaduta promozionale sarà di certo apprezzata. In questo caso, no. Dopo aver letto e riletto più volte le considerazioni di Claudio Milano sento che devo astenermi da qualunque frase circostanziale. Questa conversazione irrompe come un pieno orchestrale che tramortisce, a cui fa seguito una lunga deriva irta di affermazioni stridenti, simili a grumi di note dissonanti. Lo sfogo umano e artistico – insieme amaro e sarcastico, dall’autore stesso definito “tra realtà e ilarità”- assume gradualmente i toni mesti di un testamento carnale e spirituale. Possiamo non concordare su alcune delle sue affermazioni ma possiamo (e dobbiamo) lasciare che esse fluiscano come pennellate rabbiose su di una tela esausta, fino a che l’amorfo soggetto non finisca per tramutarsi in uno specchio dentro il quale osserviamo sgomenti il nostro riflesso, negli stessi occhi di Claudio, giù nell’ultimo cerchio, al centro della Terra.



LG: Anatomia della voce aliena.

CM: Proverò a rimanere sul filo sottile tra realtà e ilarità.

Per trattare questo argomento, il possedere una voce aliena, bisognerebbe individuare cosa nell’accezione contemporanea può essere inteso in qualità di “fuori dal comune”.

E’ chiaro che al momento come aliene vengono viste voci con un carattere assolutamente personale e immediatamente riconoscibile, cosa valida sia per la popular music che per il jazz.

L’anatomia che risponde a queste, ovviamente, è il vissuto di taluni e la volontà di trasmetterlo.

C’è però una nuova tendenza, che al momento ha la diffusione massima e che vuole azzerare il valore dell’individualità.

E’ la massima conseguenza dell’idea popular per la quale tutti possiamo ambire al successo, indipendentemente da qualità innate o maturate in ambiti creativi.

E’ una tendenza assai affascinante che appartiene alla trap, allo street pop che elogia la volontà di difendere un gruppo di individui capaci di riconoscere in una personalità particolarmente assertiva il loro “king”, o la loro “queen”.

Un individuo che dunque ha evidentemente più chance di tutti nel raggiungere una credibilità a suon di ceffoni e attributi fisici, che poi si spera possa aprire la strada ad altri della “crew” (gregari).

A questo individuo è richiesto:

  1. di esprimere concetti aggressivi contro tutto e tutti (donne, comunità LGBTQ+, stranieri anche se di origine italiana) e dunque potenzialmente, contro appartenenti al proprio seguito stesso, incapaci di affermare una propria identità e alla ricerca di qualcuno su cui proiettare la propria frustrazione.

  2. Deve non avere caratteristiche che lo distinguano in modo netto da altri “king” o “queen”, cosa che lo allontanerebbe dalle masse e dunque, deve saper cantare principalmente grazie al supporto di tecnologie, esprimendosi con uno spoken word. La voce appare fattore assolutamente secondario, preceduta ad esempio dalla capacità di difesa del territorio delle piccole periferie, attraverso una giustizia “fai da te”.

  3. E’ necessario che la voce dell’individuo sia esteticamente brutta e dunque derivata dall’uso di droghe (tabacco e alcool, come minimo).

  4. L’individuo prescelto deve usare nella sua musica intervalli arabi (nonostante quelli vadano da lui intesi come nemici in quanto rivali nello spaccio di sostanze stupefacenti alla quale, in misura più o meno grande, lui in primis deve dedicarsi) e ritmiche che rievochino le meccaniche di un’arma da sparo. I brani non devono avere evoluzioni armoniche né ritmiche, sviluppandosi in modo assolutamente lineare.

L’artista trap (solo nell’immaginario comune, la realtà poi è ben diversa) dunque è né più né meno che uno squadrista e fascista, tossico e alcolista, che difficilmente riesce a raggiungere un gran pubblico perché i produttori si rendono conto di non poterlo gestire.

Alle pop street artists è invece richiesto di essere belle, di provenire da famiglie non borghesi, di difendere diritti libertari partecipando a parate e a dibattiti online.

La popstar femminile ha una voce da contralto, laddove usasse risuonatori alti, o anche solo il canto di maschera, sarebbe ritenuta “pretenziosa”, aggettivo che oggi nessuno può permettersi.

Meglio se la voce viene ritenuta “pastosa”, ovvero, sporcata dall’uso di tabacco e da reflusso epigastrico dovuto a consumo abituale di alcoolici, oltre che dall’abitudine all’urlo nella fonazione.

In alternativa, la voce deve sembrare costretta in gola e dunque finto-adolescenziale, in modo da conquistare l’immaginario dei più giovani.

Se il canto risulta più ricco di doti e sfumature, va inteso rivolto a un pubblico over 50 ed è meglio sia associato ad un personaggio possibilmente esagerato nei tratti, mentalmente disagiato, incoerente fino ad un finto fare schizofrenico, oppure deve essere portatore di disagi pari a quelli di Pollyanna.

Come richiesto dai giudici dei talent, la nostra soubrett… ehm, artista, deve avere un look potente, abilità di gestione del proprio linguaggio (eccetto scivoloni su cantanti defunti dichiarati vivi in conversazioni televisive), furbizia spiccata, libertinismo ostentato e accettazione di ogni regola proposta dalle label, pena esclusione immediata dal mercato. Deve essere dichiaratamente laica, ma al sentire una parolaccia deve insorgere inorridendo (di contro può dirne quante gliene passano per la testa e su “licenza poetica”).

Di fatto, nel momento in cui la pop artist o il cantante trap raggiungono un numero consistente di followers sui social media (e non di rado dopo aver lasciato migliaia di euro nelle tasche di produttori), dimenticano la loro crew, la loro periferia e diventano macchine macina soldi, nella speranza di un piazzamento dignitoso in un Festival di musica nazional popolare, o come giudice di un talent.

Diverso il discorso per le cantanti jazz (per i cantanti uomini il discorso è ben diverso, sono osteggiati, devono saper cantare, ma raramente arrivano al pubblico). Il jazz è ormai da decenni genere alto borghese, richiede studio e dedizione, ma le voci che arrivano al pubblico, anche quello di piccoli locali, sono corredate da:

  1. una presenza scenica significante;

  2. scarsa potenza di emissione a favore di un lamentoso trascinamento di vocali arricciate;

  3. estensioni mai acute (a meno che non si venga da famiglie ben più che medio-borghesi disposte a finanziare carriere, o sia abbia una lunga storia alle spalle come nel caso di Tiziana Ghiglioni, Rossana Casale, Cristina Zavalloni, Petra Magoni);

  4. un atteggiamento o da vamp o da perdente a prescindere, perché anche nel jazz, è importante mostrare di avere indosso quando è necessario delle scarpe da tennis, anche se ultimo modello Nike.

L’alieno odierno dunque di alieno non ha nulla a parte nessun pelo sullo stomaco, una buona famiglia di appartenenza, un’immagine ben confezionata, dichiarata ostilità verso chi risulta poco spontaneo.

Ha una voce spesso imperfetta con nullo o scarso impiego diaframmatico, non ha potenza e ha scarsi armonici, non ha la più pallida idea di cosa siano i canali di risonanza (o appena quel che basta), non segue particolari stili di vita per preservare lo strumento voce, non studia, preferendo a quello ore passate sul web o in palestra, non tiene i suoni a lungo, non ha alcun interesse nell’indagine delle potenzialità legate al canto, è scarsamente distinguibile da altri se non per un vezzo.

E’ “uno dei tanti”, ma in realtà non ha scrupoli ed è sfrontato quanto basta per fare del denaro il proprio obiettivo, divenendo di conseguenza “uno dei pochi”.

Tutto questo è ciò che fa comodo ai musicisti, ma è anche quello che la critica chiama a sé per non doversi impegnare troppo negli ascolti e nella comprensione di dinamiche veramente “altre”.

 

Il mondo della musica lirica è in parte differente. Il mio è ovviamente un punto di vista, ma da chi ha cantato in tutti i mondi in questione.

In questo caso bisogna avere una preparazione oggettiva, ma per ambire a ruoli solisti è necessaria oggi più che mai bella presenza e bisogna rientrare nelle grazie di produttori, direttori d’orchestra o di coro, o anche di semplici colleghi ben in vista nell’ambiente.

Al cantante lirico oggi è richiesta una fatica senza limite nelle prove, al punto che i grandi nomi smettono di esser tali in archi di tempo brevissimo, per poi dedicarsi all’insegnamento, sfiancati.

Anche in questo caso, l’epoca dei Caruso, Di Stefano, Callas, Pavarotti, è defunta per sempre. La cosa vale per il mondo della lirica che difende i cantanti più tradizionalisti, ma ancora di più il mondo classico-contemporaneo, nel quale i compositori scrivono solo per donne, possibilmente bionde, giovani e belle.

 



LG: Fisiologia dell'artista alla fine del mondo.

CM: Ha più collagene e botulino che acqua nel corpo, tende ad avere grossi problemi di colesterolo per via di consumo di proteine al posto dei carboidrati, il consumo che fa di eccitanti gli generano non di rado problemi cardiaci e il consumo di cortisonici per il recupero della voce lo rendono facile a problemi immunitari che possono generare leucemie.

L’enorme stress accumulato lo portano ad ingrassare facilmente, cosa che lo costringe in palestra e al consumo di integratori alimentari e di grandi dosi di farmaci che ne accelerano il naturale processo di invecchiamento reale, ben distante da quello mostrato dalla salute della pelle.

Se anche il mondo dovesse durare più di qualche anno a venire, di lui non rimarrebbe traccia particolare, perché i miti passati detengono ancora le chiavi del potere nell’immaginario collettivo.

Chi li ammazza Keanu Reeves, Brad Pitt, George Clooney, Tom Cruise, Mina, Adriano Celentano, Loredana Bertè, Madonna, Lady Gaga? Se si ammazzano loro con scelte sbagliate allora le loro carriere avranno una fine, ma nessuno prenderà il trono di un Marlon Brando o di un Frank Sinatra, di una Marilyn Monroe o di una Raffaella Carrà, non è previsto dal mercato odierno, quello che invece ha scelto di mettere in un angolo Antonella Ruggiero o Giuni Russo.

Affinché ciò accada è richiesto un azzeramento dei valori culturali, un rovesciamento dei parametri di valutazione, considerando “il presente” come unica chiave di lettura possibile di ciò che accade ed è ciò a cui stiamo assistendo.

Quando si volta l’angolo, il presente è già passato e a chi vuole rimanere a galla in un sistema musicale/culturale come quello attuale, non resta che rilanciarsi in un modo sempre più sorprendente, talmente tanto da portare al completo distacco dalla realtà e dalla cognizione delle proprie capacità oggettive.

E’ il sistema della stampa odierna. Non basta una pandemia? Che guerra sia! La guerra non è feroce? Inventiamone un’altra in croce! Non ci tocca per distanza? Ammazziamo ogni speranza.

L’artista popolare è per antonomasia una figura triste e dalla vita disastrosa, pari alla guerra che instaura con la sua natura più intima che viene completamente distrutta per lasciare solo un grande vuoto, spesso impossibile da colmare.

L’essere odierno è incontrovertibilmente bulimico, in forma passiva o attiva e sta chiamando a sé il suo opposto: il vuoto.

Mai come oggi Brecht (e Eisler, compositore che ho imparato ad amare molto più di Weill) è stato attuale e consiglio di lui questa tremenda composizione,

Un Cavallo Si Lamenta”: https://www.youtube.com/watch?v=da0RBrfVYQA

in una versione superba cantata da Milva, dal vivo, al Piccolo, quel Teatro per il quale Consiglio di Amministrazione oggi è stato proposto un La Russa con il nome di un capo Apache. 

"Morendo, pensai: 

quanto gelo è sceso tra loro per renderli senza pietà? 

Chi li ha frustati così? 

E chi continua ancora a frustarli? 

Se voi non saprete dar loro una mano questa volta 

vi succederà qualcosa di terribile" 

(Bertolt Brecht)

 


LG: Speleologia dell'inconscio.

CM: Non c’è fondo.

Quando passa il tempo ti rendi conto che non c’è limite immaginabile alle cose più brutte e neanche a quelle più belle.

L’uomo odierno va alla ricerca di orrori e discorre solo di quelli per potersi auto-assolvere. Ognuno in cuor suo sa di aver perso per strada un pezzetto di sé per poter campare e questo induce a un dolore inimmaginabile che si preferisce non ascoltare, la sua sola voce potrebbe condurre allo schianto milioni di individui che ormai non hanno più coscienza e capacità critica.

Il dolore lo si anestetizza come si può, ma ciò che ne deriva non è vita, vita è essere coscienti di dedicare se stessi al massimo per ottenere il risultato più ambito, non navigare su un oceano di frustrazioni.

 



LG: Abbiamo entrambi una voce che ha lacerato i nostri sogni: Peter Hammill.

CM: Ha messo in asta da pochi giorni le sue chitarre…

non voglio parlarne, solo invitare ad ascoltarlo con alcuni link:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=dHBEJ0dR7cE&t=3s

  2. https://www.youtube.com/watch?v=_PdMBFX8nOg

  3. https://www.youtube.com/watch?v=EP-vUOmlJ4M

  4. https://www.youtube.com/watch?v=uLxxBvwtX_g

  5. https://www.youtube.com/watch?v=C9s3o1zBxP8

  6. https://www.youtube.com/watch?v=Aq6fuINfZCo

  7. https://www.youtube.com/watch?v=Do5raqQZouQ

  8. https://www.youtube.com/watch?v=bE9F5HvIkRQ

  9. https://www.youtube.com/watch?v=D2SkedjuRO8

  10. https://www.youtube.com/watch?v=oPLfeyvFRoU

  11. https://www.youtube.com/watch?v=EpsM0OG8TII

  12. https://www.youtube.com/watch?v=gyMfNA5FeQo&t=122s

  13. https://www.youtube.com/watch?v=Wnwgte2fFfU

  14. https://www.youtube.com/watch?v=nx2A2RNpbHs

  15. https://www.youtube.com/watch?v=CyCd7GqDtZU

  16. https://www.youtube.com/watch?v=AqZWCh_LbM0

  17. https://www.youtube.com/watch?v=qMNtnrGsbgQ

  18. https://www.youtube.com/watch?v=EhIA7eur0Kc&list=PLQXRGwlG5Trbrdq1XohI9QZq_iU-T4WeX&index=3

  19. https://www.youtube.com/watch?v=1HOou8SoRqE

  20. https://www.youtube.com/watch?v=liEPj8H3Xuo

Ad ogni modo, questa incisione rimane il documento che di lui faccio ascoltare ai miei seminari:

https://www.youtube.com/watch?v=HvQDKDL6pwI

e questa, in una precisa versione di dubbia qualità audio, mi ha aiutato nell’andare fino in fondo, quando tutto sembrava perduto:

https://www.youtube.com/watch?v=_ddRCk19zFg

Infine, anche se apparentemente off topic, credo che questa precisa incisione di questa cantante, raccolga in sé la storia dell’Occidente tutto: https://www.youtube.com/watch?v=rpicVjrwacc


 

 

LG: La sopravvivenza: umana, ideologica, artistica.

CM: Non è più onesta.

Il valore di un uomo si misura sulla base dell’onestà, è l’unica forma di dignità che esista davvero.

Non volendo affatto confondere il valore di un intellettuale e di un artista con la sua moralità, perché le due cose spesso vanno completamente in disaccordo,

non avrei mai pensato di vedere sull’altare la celebrazione del subdolo.

Oggi la virtù più grande è senza dubbio la furbizia e una società del genere non può durare a lungo se non appoggiandosi sulle spalle di chi ha fortune accumulate o ereditate.

Il subdolo non crea, ruba e senza accorgersene fa tabula rasa attorno a sé del divenire suo e degli altri.

Il futuro prossimo venturo, così come quello odierno è appannaggio degli onesti ma abbienti, nell’arte soprattutto e in forma esclusiva.

Il futuro che verrà dopo la devastazione prossima mondiale sarà invece appannaggio di chi avrà coscienza a sufficienza per far tabula rasa di tutto e ricominciare su presupposti che neanche eoni di immaginazione possono definire nel dettaglio se non in un “ama il prossimo tuo come te stesso”.

 



LG: Cantare per Antonio (Tonietti).

CM: Hai idea di un enorme palco completamente buio sul quale far risuonare te stesso in scale di luce aprendo i “cassetti” che rispondono a ciò che si è, ciò che si vorrebbe essere, ciò che gli altri vedono di te?

Beh, è stato questo.

 



LG: Claudio Futuro Prossimo.

CM: Spero di lasciare prestissimo il corpo e non per scelta.

Per ciò che rimane, il resto ruoterà attorno, o in misura completamente opposta a questo: https://www.youtube.com/watch?v=grvZ5Icy6N8

 

 LG: Grazie.

 


 

https://claudiomilano.bandcamp.com/

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