ALESSANDRO SGARITO: MEMORIE DELL'ULTIMO GIORNO

 


 


Il Giorno Prima (2023, Shady Ridge Records), prima opera in solo di Alessandro Sgarito (già negli Agate Rollings) ha il suono sfumato dell'ultimo saluto e delle occasioni mancate. 

Una musica della memoria in cui è la chitarra ad avere un ruolo di primo piano nell'intorbidire languide atmosfere sintetiche (La Neve Fuori) o nel principiare tracce come Laura in cui l'urgenza espressiva fa allontanare dall'ambient a favore di un intimismo al confine tra post-jazz e popular. 

In realtà Alessandro non sembra preoccuparsi di posizionare comodamente il suo lavoro all'interno di una corrente stilistica precisa, preferendo innestare fraseggi post-rock di immediata ricezione emotiva su tappeti ambientali (Gioia Acerba) per poi dirigersi subito dopo verso orizzonti meno rassicuranti (In Caduta). 

Un eclettismo al servizio dell'emozione, sempre mutuato dal gusto per le armonie e da un velo di struggimento che rende Il Giorno Prima un ascolto terapeutico per fare pace con il nostro passato e guardare senza troppo timore alle occasioni del futuro.

 


LG: Il giorno prima de Il Giorno Prima.

 

AS: Il Giorno Prima non sarebbe forse mai nato senza il progetto Agate Rollings, il duo formato a Roma nel 2010 insieme a Stefano Gallone, a cui mi lega un’affinità di gusti e intenti scoperta quasi casualmente. Con Stefano ho da subito condiviso il concetto musicale come esigenza per stare bene con se stessi, indipendente da condizionamenti esterni o volontà di inserirsi in un particolare movimento o tipologia di sonorità. La collaborazione continua naturalmente ancora oggi, se pur a distanza - e attraverso un assiduo scambio di file - dato che da qualche anno Stefano si è trasferito vicino Milano. 

L'interesse comune verso la musica ambient e post rock ci ha spinti ad unire le forze, a selezionare materiale precedente creato singolarmente, per amalgamarlo in collaborazione e realizzare nuove tracce, ricorrendo sempre allo scambio di registrazioni. 

Nel 2012 è nato il nostro primo album, Lost Battle against Failure, inizialmente autoprodotto e in un secondo step (2015) pubblicato in formato digitale dalla Net Label greca Plus Timbre. Con questa etichetta abbiamo anche rilasciato,l'anno successivo, l'Ep Glass, probabilmente il nostro lavoro più minimale.

Nel 2016 è uscito con l'olandese Databloem il doppio album Diomede, il cui concept sono le remote isole Diomede situate nello stretto di Bering, tra Alaska e Russia. Entrambi siamo rimasti affascinati dalle notizie ricercate su queste due piccole isole distanti tra loro pochissime miglia, ma con una differenza di fuso orario di ventuno ore e conseguente cambio di data. 

Dopo una lunga attesa dovuta allo stop che il covid ha imposto a tutto il pianeta, a inizio 2022 ha visto la luce - su cassetta - Meantime/Elsewhere, prodotto dalla tedesca Midira Records. Si tratta di un album notturno, dove ho personalmente iniziato a inserire parti melodiche, miste a percorsi sonori più minimali creati da Stefano. 

Alcuni brani di questi album sono divenuti parte della colonna sonora dei docufilm Il Mago di Lodi e del più recente Il Paese Interiore

https://ilmagodilodi.it/

https://vimeo.com/482653182

https://agaterollings.bandcamp.com/

Parallelamente ad Agate Rollings partecipo anche al progetto prog-rock con influnze nord-europee Adieu Reset - ironia della sorte entrambi hanno come iniziali A e R - nel quale suono il basso. Iniziato come trio strumentale (basso, batteria, synth), il gruppo si è da poco ampliato con la voce dell'olandese Merel Van Dijik.


LG: Similitudini e differenze tra il tuo discorso in solo e il duo Agate Rollings.

 

AS: Con Il Giorno Prima ho voluto proseguire il discorso iniziato con Agate Rollings mettendomi però in gioco in solitaria, lasciando fluire i pezzi naturalmente senza dover attendere l'intervento di Stefano nel caso che l'idea iniziale fosse stata mia o viceversa. 

La modalità di realizzazione ha mantenuto un modus operandi simile a quello di Agate Rollings, cioè momenti di creatività esclusivamente notturni, utilizzando in questo caso maggiormente la chitarra. Normalmente Stefano è l'anima più “fredda” e più “scarna” del duo (aggettivi che, naturalmente, hanno per me una connotazione positiva), mentre io ho un animo forse più melodico e malinconico, aspetto che quindi ho potuto approfondire in questo lavoro solista. 

L'album è nato in seguito (e non durante) a quel periodo - complesso per tutti - che è stato il lockdown. In quei mesi ho preferito l'ascolto alla composizione, scoprendo nuovi album che non conoscevo - uno su tutti Volume 4 di Paolo Spaccamonti - capaci di darmi l'input alla sperimentazione ed esplorazione di territori simili a quelli precedenti, ma in un certo senso distanti e ancora più "segreti" e personali. 

Con Agate Rollings abbiamo sempre cercato di raccontare noi stessi, la nostra parte più intima - che io esprimo anche attraverso la fotografia, mentre Stefano predilige la scrittura - partendo già dal concept degli album e dai titoli, accomunati da un costante riferimento a fragilità, precarietà e debolezze dell'essere umano. E talvolta anche del paesaggio. In questo lavoro ho voluto ovviamente mantenere, accentuandole, queste tematiche, arrivando a tessere un discorso ancora più intimista e personale. 

A livello tecnico e strutturale, il discorso segue quello avviato con Agate Rollings, costruito su una strumentazione scarna, affidato a pochi suoni e loop reiterati che si sviluppano, crescono e ritornano spesso all'origine del pezzo. Come già accennato, in questo lavoro solista ho utilizzato più chitarra, strumento che sto sentendo sempre più vicino a me e adatto per esprimermi. In questo disco ho mantenuto il suono minimale ed essenziale, in modo da dare il massimo risalto ai pochi interventi "esterni", musicisti ospiti che mi hanno aiutato ad arricchire il lavoro (Angelo Olivieri, Joyello Triolo Ewa Dominika Lorek e Valerio Camporini Faggioni).

 



LG: Nelle note al disco scrivi: "Il giorno prima è quel giorno in cui non sappiamo se sarà l'ultimo per qualcosa". 

 

AS: Proprio così. Il significato del disco è esattamente riassunto in questa frase. Esiste un "ultimo giorno" per qualunque cosa e noi lo viviamo continuamente, molto spesso senza averne consapevolezza o senza dare il giusto peso a questi punti nodali della nostra esistenza. Ho scelto di intitolare il disco in questo modo e di rivolgere la mia attenzione a quello che è il giorno prima dell'ultimo giorno, o meglio una serie di giorni che precedono la fine di un periodo, di un’epoca. 

Mi è sembrato molto interessante focalizzarmi su questo concetto: un momento che precede il cambiamento, un momento di sospensione che può essere più o meno consapevole; Il giorno prima è quel giorno che precede ad esempio l'ultima volta in cui si accompagna il proprio figlio a giocare al parco giochi, l'ultimo giorno in cui si vive in una città prima di trasferirsi, l'ultima occasione in cui si è vista una persona.

Questa idea mi ha da sempre affascinato, a partire dal mescolarsi di giorni prima che sono consapevoli - perché sappiamo che dopo qualcosa cambierà per sempre - e di quelli che per un motivo o per un altro non lo sono affatto, perchè la trasformazione arriva improvvisa e inaspettata, fuori dal nostro controllo e dalla nostra volontà. Il giorno prima è un momento che, visto a distanza, racchiude spesso tanta nostalgia, ma nello stesso tempo è pieno anche di speranza, necessità di cambiamento o ricerca di opportunità: mi viene da pensare per esempio al giorno immeditamante precedente l'incontro tra Lennon e Mc Cartney, il giorno prima di quello che li avrebbe condotti a diventare due icone, non solo musicali. Il disco si snoda quindi attraverso un percorso abbastanza libero che, però, sempre si apre idealmente con il giorno prima e si conclude con la consapevolezza del giorno dopo.


LG: Crinali: storia di una traccia. 

 

AS: Crinali è una delle ultime tracce del disco ed anche una delle ultime in ordine cronologico di realizzazione. Il pezzo si sviluppa su tre giri di piano che avevo in mente da qualche tempo, ma che erano sempre rimasti incompiuti senza uno sviluppo melodico. 

Ad un certo punto ho capito che quei reef mi piacevano così come erano, perchè continuavano ad inseguirsi senza necessità di ulteriori evoluzioni. Li ho quindi registrati e riascoltati, fino a quando ho deciso che quel loop poteva essere frantumato dall'ingresso di una chitarra distorta, che pian piano si fa strada e conquista il campo, fino a diventare l'unico elemento presente. Il pezzo chiude con una terza parte, riprendendo un fraseggio di piano in 5/4 che riporta a un mood più delicato, ma sempre sospeso. Crinali è un’ideale passeggiata in cima a una vetta che divide il paesaggio in due, un ideale percorso verso l'ultimo e risolutivo pezzo del disco. La traccia - insieme ad altri brani editi ed inediti di Agate Rollings ed Ewa Dominika Lorek - è parte della colonna sonora di un film di prossima uscita, del quale, per il momento, non posso svelare ulteriori dettagli. 

 

LG: Alla sovrabbondanza di sulfuree profondità droniche che caratterizza buona parte della produzione musicale di ricerca preferisci un approccio più umano e meditativo, con un'attenzione al rapporto tra musica e immagine.  

 

AS: Come già accennato in precedenza, attualmente sono sempre più alla ricerca di un discorso cheracchiuda una linea melodica, seppure ridotta al minimo, rispetto a quelle sonorità asciutte e neutre che mi hanno sempre incuriosito e che prediligevo fino a non molto tempo fa. 

Personalmente credo che - per quanto concerne la mia produzione - la musica debba essere non tanto un mezzo di intrattenimento, ma uno strumento per scavarsi dentro, per scoprirsi, per mostrare le proprie fragilità ed il proprio Io. In questo senso concepisco il mio personale concetto di ricerca come continua esplorazione interiore per cui, al momento, non sento affatto la necessità di abbandonare l'aspetto più “umano” del suono. Questo approccio porta sia a sonorità più dure che a momenti morbidi e delicati, accomunati da un avvilupparsi su loro stessi, quasi a volersi esaurire prima di essere assimilati nella loro totalità.  

Per Il Giorno Prima, come anche per i lavori con Agate Rollings, ho curato in prima persona anche la parte grafica e visuale dell'album, selezionando immagini appartenenti a quello che percepisco come un passato lontano e perso per sempre: la mia infanzia in Sicilia. Sono agrigentino di nascita ma trapiantato in Trentino da piccolissimo e lì ho trascorso buona parte della mia vita prima di approdare a Parma e poi a Roma. Le foto all'interno del booklet ritraggono particolari e dettagli legati ad un periodo a cavallo tra gli anni 70 e i primi 80, un'epoca che per me equivale al mondo magico incarnato dalla casa dei miei nonni materni: quei pavimenti antichi, quelle estati trascorse al Sud, quei profumi, quegli oggetti che già allora mi riportavano ad un mondo perduto, che avevo lasciato poco dopo essere venuto alla luce. 

Dal momento che la mia principale occupazione è la fotografia ho voluto riassumere visivamente - dentro quella casa e in quel preciso arco di tempo - il mio concetto di “giorno prima”, un lungo periodo che precede una conclusione e la fine dell'innocenza. Un ultimo appunto grafico vorrei dedicarlo alla copertina, dove campeggia un disegno che ho sempre amato e tengo - nella sua versione originale - appeso su una parte del soggiorno. Lo ha realizzato mio figlio, che ora ha dieci anni, quando era più piccolo, per ritrarre una sua amichetta della scuola materna ed io l'ho opportunamente modificato, ricreando all'interno una trama pietrosa. Nel discorso concettuale dell'album non poteva non essere presente un elemento così centrale nella mia esistenza come mio figlio, che ritorna in una delle immagini interne e - idealmente - può essere associato all'ultima traccia, quella del giorno a venire. 

 

LG: Il Giorno Dopo (nella speranza che non sia la fine).  

 

AS: Il mio 'Giorno Dopo' è arrivato a maggio 2023 quando, in seguito ad un lungo periodo di gestazione, Il Giorno Prima è diventato “reale” grazie alla label americana indipendente Shady Ridge Records. Ringrazio Josh Witman per aver creduto nel progetto, stampandone copia fisica in cofanetto a tiratura limitata. Ora che questo capitolo si è concluso, posso dire che la fine è ancora lontana. 

In serbo c'è un'ideale continuazione di questo album e sto pensando a quale possa essere la strada più adatta per la pubblicazione di un mio nuovo album solista, già pronto. Oltre a questo lavoro personale, con Stefano Gallone abbiamo iniziato a raccogliere materiale per un nuovo disco a firma Agate Rollings. Ci siamo rimessi all'opera dopo una pausa che, insieme ad Ewa Dominika Lorek, ci ha permesso di dedicarci alla realizzazione della colonna sonora di prossima uscita a cui ho già accennato.  

Last but not least, anche con i membri del progetto Adieu Reset sto registrando quello che sarà il nostro primo album di debutto. Per quanto mi riguarda il 'Giorno Dopo' non ha mai il sapore di una fine. Ad ogni conclusione - quando riascolto i pezzi - si legano sempre nuove ispirazioni, una irresistibile tensione alla sperimentazione di nuovi paesaggi sonori. Chissà che non sia, nella mia futura produzione solista, l'ingresso di una voce, con un vero e proprio testo cantato…

 

LG: Grazie

 

 

 

https://alessandrosgarito.bandcamp.com/album/il-giorno-prima-2






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