MONOFONIC ORCHESTRA: ...AND BIBLE BLACK


 

 


Il pianista Maurizio Marsico - coadiuvato da Massimo Mascheroni all'elettronica -  elabora una personale reintepretazione della storica Starless, traccia conclusiva di Red, il disco che nel 1974 sancisce di fatto la conclusione del secondo periodo dei King Crimson, band che tornerà solo sei anni più tardi con una nuova formazione e una diversa ispirazione. Per molti quell'anno (che vide anche la pubblicazione di The Lamb Lies Down on Broadway) diverrà lo spartiacque che delimiterà la fine della stagione del rock progressivo e i primi segnali della rivoluzione punk. 

A distanza di cinquant'anni Red continua ad esercitare un fascino sinistro che ha generato numerosi (e spesso) superflui tentativi di emulazione a cui STARLESS variations intelligentemente si sottrae pur dipendendo direttamente da esso. 

Il lavoro di ricostruzione e rielaborazione del materiale originale è infatti talmente radicale da riuscire a sviluppare una sua precisa identità musicale e stilistica. STARLESS variations suona come una tragedia di fine secolo: l'elettronica profetizza orrori industriali mentre il pianoforte si aggrappa a scale e armonie tardo-ottocentesche per poi tuffarsi nei meandri dell'inconscio attraverso un uso percussivo e dissonante della tastiera.

Ne parliamo con gli artefici del progetto, Maurizio Marsico (Monofonic Orchestra) e Massimo Mascheroni (ODRZ - Sokushinbutsu Project).



LG: Decostruire e ricostruire Starless: un processo fisiologico e cerebrale.

MASCHERONI: La decostruzione è un processo che mi ha sempre affascinato, e anche da ascoltatore ho sempre preferito le versioni “alternative” alle cover fini a sé stesse. Un esempio le due versioni di Satisfaction a opera dei Devo ma ancora più dei Residents. Le trovo sublimi. Qui in più c’è una sorta di calembour musicale con improvvisazioni varie e continui rimandi a brani, i più disparati, della tradizione classica. Dimostrazione che si può proporre qualcosa di interessante anche decostruendo e ricostruendo. In più, ciliegina sulla torta, c’è una ulteriore decostruzione e ricostruzione all’interno del cd a opera di jan-M Iversen, che si trova altrettanto a suo agio in operazioni di questo tipo. Aveva fatto un lavoro simile per un progetto ODRZ di qualche anno fa.

MARSICO: Un processo che si sviluppa nelle due tracce, dal punto di vista formale/musicale, in modo diametralmente opposto, cioè da una parte la musica suonata scritta e improvvisata) con sezioni che si susseguono in un divenire in un certo senso logico e dall'altra la musica pensata e riscritta da "un interprete/autore esterno" in una modalità non precedentemente concordata con i performer e poi, dal punto di vista squisitamente acustico  due paesaggi sonori distinti, quello dell'ambiente della performance dal vivo, e quello del re-working in studio con ambienti artificiali, effetti... filtri.. et cetera. Due tracce che contengono in entrambi i casi momenti in cui gli eventi sonori sono talvolta più e talaltra meno controllati e altri in cui la componente aleatoria prende decisamente il sopravvento. Due brani uguali ma diversi, la cui ripetizione degli ascolti e il loro ricordo ne muterà la percezione trasformando le parti informali nelle nuove forme di un brano unico in due parti.

 

LG: Virtuosismi pianistici sotto un cielo nero come la pece.

MARSICO: Il pianoMorte è uno strumento amatissimo e odiatissimo che si porta al traino i peggiori cliché pianistici ripetuti ad libitum soprattutto in quelle kermesse dove i set di piano solo la fanno da padrone, ma poi succede che questi set, sulla carta invitanti si rivelano essere poi, dal vivo, tutti come il medesimo coacervo arbitrario di pure velleità e impure vanità. Imperativo quindi approcciare lo strumento oggi con almeno uno straccio di idea o preferibilmente con una voce e un tocco originali. Con il pianoMorte, oltre a suonarlo e a non suonarlo (4'33'' di John Cage) puoi farci tante altre cose come prenderlo a sberle, urlarci dentro, ballarci un tango o gettarlo giù dal balcone metaforicamente e non. Scherzi a parte, forse la chiave del format che abbiamo sperimentato in questo album è quella di non far sentire il piano troppo solo (sebbene molto suonato) ma ben accompagnato, da un background sonoro volutamente disomogeneo. Il pianoforte che ho sempre più intenzione di suonare è uno strumento al tempo stesso armonico e disarmonico, che sfrutti a pieno le sue capacità polifoniche e le potenzialità poliritmiche evidenziando le differenze di toni e timbri nelle componenti contrappuntistiche e acustiche dei brani.   

MASCHERONI: Il virtuoso del piano è ovviamente Maurizio; vederlo all’opera è un piacere per l’udito e per la vista. Che poi il cielo sia nero o azzurro, poco importa quando c’è stoffa, creatività, voglia di mettersi sempre in gioco e non smettere mai di essere curiosi. Io che invece non sono un virtuoso, mi limito a “rovinare” e cesellare con suoni e rumori “molesti” il suo lavoro. Diciamo che l’esperimento sembra riuscito, viste anche le recensioni positive ricevute.

 

 

LG: Flussi di elettroni a cinquant'anni dalla fine della storia del rock progressivo.

MASCHERONI: Il prog in realtà è morto qualche anno dopo, anche se in effetti era già un po’ in affanno. I KC ne certificano la fine con Red, che sicuramente fa da spartiacque. La “versione” di Monofonic Orchestra vuole essere sia un omaggio sia una nuova via. Ci siamo chiesti con Maurizio cosa ne penserebbe Robert Fripp se mai lo potesse ascoltare. Temo che rimarremo senza risposta.

MARSICO: Perché no, ci sta.

 

LG: Tutta la musica che verrà è già stata scritta?

MARSICO: L'universo sonoro è come lo spazio, tutto è stato scritto ma solo parzialmente scoperto. Infinite sono le possibili combinazioni di note ed eventi sonori, basta ascoltare la musica della luna e non fermarsi a quella del dito.

MASCHERONI: Ornella Vanoni già cinquant’anni fa cantava che “la musica è finita” anche se in realtà ancora oggi continua a sfornare nuovi lavori. In molti dicono che già da tempo la musica non propone nulla di assolutamente nuovo. In parte è vero e lo scrivono anche molti critici musicali che spesso nelle recensioni fanno continui riferimenti a musicisti del passato per etichettare nuovi lavori, cosa che quarant’anni fa non succedeva. Non è detto però che anche incidendo dischi con sonorità e atmosfere “già sentite” non si riesca a catturare e incuriosire l’ascoltatore.

 

LG: Come i percorsi del progetto Monofonic Orchestra e ODRZ si sono intersecati.

MARSICO: Si sono intersecati durante una serata al Ligera e continueranno ad intersecarsi nel segno del rispetto e della stima reciproci, quando una nuova irresistibile avventura sonora li chiamerà.

MASCHERONI: Monofonic Orchestra e ODRZ si incontrano la prima volta in occasione di un minifestival che avevo organizzato in uno spazio a Milano. Qualche tempo dopo Maurizio ci chiese di collaborare con lui dal vivo per una improvvisazione/decostruzione/ricostruzione (i famosi corsi e ricorsi storici) di un suo, all’epoca, nuovo disco. Accettammo volentieri e da quel live ne scaturì un 45 giri. Da quel momento è stato un continuo invitarsi uno con l’altro nei rispettivi progetti. La cosa non finisce qui visto che a fine 2025 ci sarà una nuova uscita ODRZ in cui sarà presente anche Maurizio.

 


LG: I King Crimson sono una delle più importanti (ma anche ingombranti) eredità musicali del secolo scorso. Già quarant'anni fa il giornalista Enrico Sisti scriveva che i KC - insieme ad un’altra band coeva - più che introdurre un nuovo orecchio "ne distrussero uno. E forse anche un occhio".

MASCHERONI: Sui KC è stato scritto tutto e di più. Che altro aggiungere se non che sono uno dei gruppi che più hanno mantenuto moderno buona parte di quanto inciso nel corso della loro lunga storia. Mi limito ad aggiungere che Robert Fripp scrisse uno dei, per me, capolavori del post-punk (Exposure) pur non essendo mai stato all’interno del movimento post-punk. Per dire…

MARSICO: Hai ragione, importanti e ingombranti. Robert Fripp arrivò persino ad ipotizzare una nuova formazione in cui lui nemmeno suonasse, progetto affascinante che trovo perfettamente nelle corde di Monofonic Orchestra. Forse anch'io sono uno schizoid man del ventunesimo secolo e non lo sapevo.

 

LG: Grazie.

MARSICO/MASCHERONI: Grazie a te

 

 

https://tibprod.bandcamp.com/album/starless-variations-2




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