DAIMON: LUMINOSA INVISIBILE PRESENZA
In musica un trio di musicisti e compositori non è mai realmente equiparabile ad un triangolo equilatero: le capacità, l'esperienza e il gusto individuali (senza contare la personale visione artistica) variano per ogni autore coinvolto e la musica prodotta ne sarà inevitabilmente influenzata.
Da questa prospettiva, il progetto Daimon - Nicola Quiriconi, Simon Balestrazzi, Paolo Monti - è una creatura stranamente magica: sarà per la scelta della strumentazione, sarà per la volontà degli stessi autori ma Ellipse - il loro più recente lavoro - suona coeso e vibrante. Gli elementi noise, per quanto ancora presenti a creare la giusta continuità con il passato, si amalgamano ora a ricchi tappeti sintetici e nastri magnetici, in libera - e talvolta lirica - rilettura della lezione del krautrock più siderale e contemplativo (The Pillow).
Permangono zone d'ombra dove il senso di minaccia diviene incombente (Dismember) ma al termine dell'ascolto Ellipse svela un ritratto rinnovato del progetto pur mantenendo intatte le singole individualità.
Delle coordinate sonore e concettuali di Ellipse ne discutiamo con Nicola Quiriconi e Paolo Monti ossia due terzi del trio Daimon.
LG: Ellisse: dal greco, 'difetto', 'mancanza'. In geometria, una curva con l'aspetto di una circonferenza allungata in una direzione. Quale delle due chiavi di lettura si applica a Ellipse? O forse ne esiste una terza?
PAOLO: Difetto, mancanza, anche in relazione al tempo, come qualcosa di sottinteso, ma centrale e fondante così come una presunta sfasatura geometrica sono tutti significati dell'ellisse che hanno risuonato molto in noi e con cui ci siamo trovati subito in sintonia. Ellipse rappresenta fenomenologicamente il vortice di eventi esposti, supposti e nascosti che consentono l'evoluzione, il divenire e il fluire, il movimento. Direi che questo concetto definisce al meglio tanto noi tre in quanto individui quanto questa fase di Daimon.
NICOLA: Per me l'ellisse è soprattutto quella spazio temporale ossia una serie di sequenze cinematiche legate da un raccordo che può essere gesto, movimento, suono. L'elemento temporale 'mancante' è quello che racconta meglio il significato del titolo, sei anni di assenza raccordati da un loop gracchiante di un vecchio nastro a bobina. Il tempo 'invisibile' che scorre nell'oscurità, nel non visto ma che esiste e che trasforma le esistenze e la percezione; tutto ricompare dopo il taglio, cangiante e luminoso come mai prima.
LG: Nascita ed evoluzione del progetto Daimon.
PAOLO: Daimon nasce intorno al 2017 come esplorazione, inizialmente mia e di Nicola, di profondità sonore con un forte approccio post industrial e drone-noise e sin da principio accompagnato dai video di Nicola (dove esprime pienamente il suo background cinema e video) per un'esperienza immersiva che all'estero hanno subito bollato come "deep drone", ricordo. Simon si aggiunge dopo i primi provini e grazie alla sua maestria dona al progetto una veste ancora più stridente.
Esce per l'italo-tedesca Metzger Therapie il primo omonimo album che ci porta in tour in Europa e ad aprire i due live sold-out berlinesi di William Basinski. Subito dopo quell'esperienza lavoriamo al secondo album Dust che uscirà per l'italiana Silentes. Un lavoro dal sound molto più granitico e massiccio rispetto al primo, con timpano ed un suono più esplosivo che ci porta a fare un fortunato tour insieme agli Zoviet France per la prima volta in Italia, band di riferimento per noi, diventati poi grandi amici.
Seguirà poi Remedies for a Foggy Day, album piuttosto intimo, delicato e ambient che uscirà per l'olandese Norwegianism Records che ci porta a fare un minitour nei Paesi Bassi. E dopo qualche anno ecco a voi Ellipse su Dissipatio.
NICOLA: Devo dire che Paolo ha sintetizzato perfettamente il nostro percorso. Posso solo aggiungere alcune note su Ellipse dove grazie all'uso massiccio di sintetizzatori siamo riusciti finalmente a scrollarci di dosso l'etichetta 'drone'. Paolo utilizza la chitarra solamente nella traccia conclusiva The Star e solo per un brevissimo passaggio. Tutto il resto è elettronica, nastri magnetici ed un poco di voce.
LG: Nelle note al disco si legge che Ellipse è stato registrato in un arco di tempo piuttosto lungo. Una scelta necessaria o volontaria?
PAOLO: L'arco di tempo intercorso tra Remedies for a Foggy Day ed Ellipse è esso stesso un’ellisse. Non è stata una scelta, abbiamo solo rispettato il nostro sentire e lavorato con lentezza in un processo compositivo e creativo lungo e gestito nei suoi equilibri quasi interamente da Simon nel suo nuovo (stupendo!) studio in Sardegna.
NICOLA: Come ben sai Luca, essendo anche tu un musicista, la costruzione dei brani avviene spesso per eventi accidentali che devono essere lasciati liberi di trasformarsi fino a divenire quello che dovevano essere fin dall'inizio. Solo il tempo, l'attenzione ai dettagli, l'abnegazione e la fortuna di poter lavorare con un vero maestro come Simon all'interno di uno studio da brividi possono trasformare i propri desideri in qualcosa di reale.
LG: Un'altra incursione etimologica: Daimon in greco definisce una divinità intermedia; in psicologia può riferirsi alla 'voce segreta dell'anima'.
PAOLO: È lo stesso concetto espresso in epoche ed ambiti diversi. Non siamo solo chi riteniamo e crediamo di essere, quantomeno non nella forma e nei piani di quella realtà che con presunzione riteniamo di controllare.
Daimon si colloca – purtroppo - da qualche parte tra meditazione, fisica quantistica, droghe psichedeliche, kraut-rock e Gurdjieff. Dico “purtroppo” perché sono tutte cose prese sempre troppo poco sul serio.
NICOLA: Il Daimon socratico, quella voce nascosta dell'anima che ci aiuta a capire gli errori ma anche il demone che assiste l'uomo negli ambiti della creazione più istintiva. “Daimon” ha in sé molte sfaccettature e quella che più mi piace è proprio l’ultima che ho elencato.
Mi piace pensare che ognuno di noi abbia dentro di sé uno spirito 'guida' che ci viene in aiuto nei momenti chiave della creazione, che guida il gesto, l'intuizione - un battito anziché tre o viceversa - e per me che vengo dall'improvvisazione radicale il mio daimon mi ha salvato spesso dalla noia.
LG: Tutti e tre utilizzate combinazioni di sintetizzatori e sorgenti analogiche e digitali. Come è mutato negli anni il vostro rapporto con il suono sintetico.
PAOLO: Per quest’album abbiamo deciso di lavorare con sintetizzatori e nastri per cambiare l'approccio creativo e compositivo e ci siamo lasciati guidare da dinamiche differenti rispetto a quelle consuete della nostra solita strumentazione. Infatti, nei live ho ripreso la chitarra.
NICOLA: Come già anticipato sopra, Ellipse rappresenta una vera trasformazione nel suono di Daimon. Abbiamo voluto tagliare i legami da tutto ciò che ci vedeva associati ad un suono che definirei oscuro, un deep-drone con suoni in continuum per creare atmosfere lugubri e terrificanti. Ellipse è appunto il contrario, luminoso, ricco di sfaccettature come un diorama guardato attraverso una lente distorta.
Arriverei quasi a definirlo divertente, profondamente intriso di psichedelia, atmosfere giocose che però possono improvvisamente virare verso l’inquietudine.
Credo si capisca quanto mi sono divertito a farlo.
LG: Daimon Futuro Prossimo.
PAOLO: Sicuramente porteremo ancora live Ellipse. È molto divertente fare concerti kraut con sintetizzatori nel 2025 e perdere le proprie coordinate per seguire veramente il suono.
"Alza il volume, scegli il rumore" diceva qualcuno l'altro ieri.
NICOLA: Girano voci che Il nostro tour manager (Paolo) stia organizzando un tour per portare nuovamente Daimon in giro per l'Europa. Oltre a questo, stiamo già mettendo qualche piccolo mattoncino per il prossimo album e per questo a breve faremo tappa nello studio di Simon a Cagliari così da fissare questi primi 'appunti'.
LG: Grazie.
PAOLO: grazie di cuore Luca per le belle domande.
NICOLA: Grazie mille Luca per l'interesse e lo spazio che ci hai dedicato.
https://dissipatio.bandcamp.com/album/ellipse
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